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 Festa della Madonna del Rosario   di Zungri

  >>====> Zungri 

 F. Pugliese Scrittore

Papaglionti

 Madonna della Neve 2008

Sagra Patata 2008 2007

Zungri  II Domenica di Ottobre

Festa della Madonna del Rosario

di Francesco Fiamingo

Tra le tante raffigurazioni di Maria, la chiesa cattolica venera la  Vergine del Rosario. La devozione risale al 1208, quando  San Domenico di Guzmàn, a Prouille (Francia) presso Tolosa, ebbe in visione la Vergine che gli additò la corona  del Rosario, a seguito di una sua preghiera  su come combattere gli eretici senza spargimenti di sangue.

La preghiera del Rosario divenne da quel periodo tra le più importanti della chiesa cattolica, tanto che il sette Ottobre del 1571, prima della battaglia di Lepanto tra la “Lega Santa” (costituita dalle flotte navali di Venezia, Spagna e Pontificie) e l’Impero Ottomano, i cristiani chiesero protezione a Maria, recitando il Rosario. Il Papa Pio V, in ricordo di Lepanto, istituì una festa alla quale venne dato il nome di "Madonna della Vittoria".

Successivamente il Papa Gregorio XIII modificò l’intestazione della festa, con la definizione di "Madonna del Rosario", che la chiesa cattolica celebra ogni anno il sette Ottobre. La Madonna del Rosario a Zungri è venerata nella "Chiesetta di Sant’Anna", la più antica del paese; sorge nel centro storico, sulla via Umberto I.

Ad essa era collegata fino agli anni 40 del secolo scorso, la presenza della "Congrega del Rosario" e la devozione  a far girare per le abitazioni, di giorno in giorno, un quadro raffigurante la Madonna di Pompei, per la recita del Rosario.

Negli ultimi 60 anni, la chiesa ci risulta sempre affidata alla custodia di un privato devoto cittadino che si è assunto l’onere, della manutenzione e dell’organizzazione della festa celebrata, ogni anno, la seconda Domenica di Ottobre. Ricordiamo il sig. Francesco Limardo, di professione calzolaio e panettiere e il sig. Benedetto Sorrentino, anche lui calzolaio che si sono avvicendati in questa funzione.

Erano anni in cui c’era tanta miseria, i pochi quattrini disponibili arrivavano, solo dalla raccolta di derrate agricole sull’aia dei contadini. A metà degli anni sessanta, anche a livello locale si ebbe un risveglio economico. La tradizionale "saccujia" sulle spalle, utilizzata per le offerte di grano, fu sostituita dal "quaderno" con una sottoscrizione in denaro. Alle due persone anziane segnalate in precedenza, fece seguito in questo ruolo, Francesco Licastro, una persona che prese a cuore la cura della chiesetta che si trovava in uno stato di assoluto degrado. Di anno in anno, con i proventi della festa, le offerte libere di devoti e qualche contributo pubblico a livello provinciale, è stata completamente ristrutturata. In riferimento all’assiduo impegno del suo custode, all’interno della chiesa, su una parete è stata disposta una targa che riporta quanto segue:

Chiesa di Maria SS. Del Rosario

Nell’anno del Signore 1963

Don Paolo Pietropaolo,

parroco della comunità Zungrese

affidava la custodia della chiesa di Sant’Anna

al Signor Licastro Francesco fu Domenico,

il quale con grande devozione, si è  prodigato

a far restaurare la chiesa internamente

ed esternamente, con il contributo del

popolo Zungrese.

15 Dicembre 2004

Ulteriori lavori di restauro, con i fondi residui della festa, sono stati autorizzati negli ultimi anni dal nuovo parroco Don Felice La Rosa.

Nella chiesa sono conservati, tra l’altro, un quadro con immagine sacra, restaurato dalla sovrintendenza Alle Belle Arti di Cosenza; una tela di Michele Zappino raffigurante la Madonna della Neve; un artistico Presepe donato da l’ex sindaco Pasquale Mazzitelli; le immagini della Via  Crucis, realizzate dall’artista locale Fernando Cimadoro.

Immagini del Frontale esterno della Chiesa antecedente il 1980 -

fornite da Giuseppe Antonio Costanzo che ne ha curato i lavori di restauro.

Facciata della chiesa ante 1980 - Immagine 1

Facciata della chiesa ante 1980 - Immagine 1 bis

Facciata della chiesa ante 1980 - Immagine 2

Facciata della chiesa ante 1980 - Immagine 3

Facciata della chiesa ante 1980 - Immagine 4

Immagini Attuali della chiesetta di S. Anna

Frontale esterno Dicembre 2009

Altare con la Madonna del Rosario

Antico quadro con la Madonna di Pompei

Quadro con le figure di S. Anna e Maria

Quadro raffigurante la Madonna della Neve di Michele Zappino

Presepe artistico di Pasquale Mazzitelli

Si ringrazia il parroco Don Felice La Rosa

per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini sacre

Immagini della festa del 11 Ottobre 2009

Processione guidata dal Parroco Don Felice La Rosa

La Madonna del Rosario in Processione

La Madonna del Rosario in Processione

La Madonna del Rosario in Processione

La Madonna del Rosario rientra in chiesa dalla Processione

Processione Madonna del Rosario anni '90 – guidata da Don Paolo Pietropaolo

"A  Festa du Rosariu", anni '50

Racconto tratto dalla raccolta "Quadretti Zungresi" di Francesco Fiamingo

Il tintinnio sottile e pungente del suono delle campane, accompagnato dal ritmo dei tamburi, annuncia un clima di festa intorno alla piccola Chiesa di S. Anna. Per quasi tutto l’anno è rimasta chiusa, ma in questa settimana del mese d’Ottobre accoglie i fedeli che partecipano, numerosi, alle funzioni della "novena" per i festeggiamenti della Madonna del Rosario. Alcuni dei ragazzi che non sono riusciti a entrarvi attorniano i battitori di tamburo, altri organizzano giochi di gruppo, mentre da dietro la Chiesa giunge il fresco odore del mosto travasato dai tini, trasportati da un carro agricolo.

E' una tiepida serata autunnale e la Chiesa è gremita di fedeli, ma l’attenzione è rivolta soprattutto verso il sacrestano, il quale è anche custode della Chiesa e organizzatore della festa. Per realizzarla, durante l'anno, il sacrestano nelle campagne del paese ha fatto una raccolta di grano, granturco e olio nei frantoi. Il ricavato della vendita di questi prodotti è utilizzato per lo svolgimento della festa e per la manutenzione della Chiesa. Il lavoro di raccolta è stato capillare, nel senso che, il sacrestano è stato sempre presente sull’aia al momento giusto, non dimenticandosi mai di nessuno, tanto che, tra i contadini, quest'aspetto è sottolineato con una frase di simpatia "e mo su scorda l’ovu o luci mastru Franciscu" !

Lo stesso sacrestano, durante la funzione religiosa, canta ed accompagna con l’organo le preghiere dei fedeli. E’ tradizione, per la festa del Rosario consumare, a pranzo, le salsicce in quanto, con la frescura autunnale, vengono macellati i primi maiali. Alla fine della funzione religiosa, la gente si ferma nelle piccole macellerie a comprarle; il macellaio li ha disposti bene in vista, ma i più esigenti preferiscono comprare la carne ed insaccarli con aromi diversi, a proprio piacimento.

La mattina della festa, con l'autobus di linea, arriva da Tropea la banda che deve ravvivare le vie del paese e suonare durante la processione. Si tratta in tutto di cinque sei persone anziane che, con gli strumenti a loro disposizione, intonano alcuni arrangiamenti musicali; insieme alla banda è arrivato il Padre predicatore per il panegirico in onore della Madonna e una donna anziana che, con una bisaccia a tracolla di colore bianco, si avvia di casa in casa a chiedere un pezzo di pane per "la casa della carità". Lo svolgimento della festa segue le normali tradizioni delle altre. Nel pomeriggio, la banda, il predicatore e la donna della casa di carità ritornano, con il pullman, al loro paese, mentre i suonatori di tamburi rimangono fino a tardi poiché, al loro vicino paese "d’agghirivasciu", riescono a ritornare in serata, anche a piedi.

Il fuochista invece è già arrivato nella mattinata della vigilia; A mezzogiorno deve sparare alcune bombe e preparare con delle canne secche "i fochi i terra e 'u camejuzzu". Pernotterà in qualche masseria nelle vicinanze del paese e mattina di lunedì, con l‘autobus, si avvierà verso Tropea per proseguire, successivamente, con la ferrovia fino a Nicotera.

Nella serata l'immagine della Madonna del Rosario è riportata in processione nella Chiesetta di S. Anna, mentre nella piazza è organizzato uno spettacolo di fuochi pirotecnici. Per l'occasione è previsto il ballo e lo scoppio di petardi sul "camejuzzu". Nel corso del breve spettacolo sono lanciati per aria varie bombe. Il sacrestano in prima fila, con il lapis (matita) segnala con un’asta, sulla sua "libretta", ogni bomba sparata; alla fine, contando le aste, verifica se il numero delle bombe sparate è uguale a quello pattuito. Non manca mai qualcuno tra i presenti che suggerisce, di proposito, qualche numero diverso, allora il sacrestano, nel dubbio conta di nuovo le aste e soddisfatto esclama che tutto è a posto; alla sua "libretta" non sfugge niente e non mente.

Quella del Rosario conclude le feste tradizionali dell’anno. Carattere prettamente religioso avranno le successive festività di S Nicola e dell’Immacolata; poi si penserà alla costruzione del Presepe ed al Natale.

Francesco Fiamingo

Canto Dialettale Zungrese in onore della Madonna del Rosario

Un tempo nelle famiglie, la sera era buona abitudine recitare il Rosario, che veniva raccomandato alla Vergine di Pompei con il seguente canto:

“Maria di lu Rosariu”

O Maria, di lu Rosariu,

sacratissima  Rigina,

v’appresentu stu Rosariu

chi nui dissimu stasira,

e s’ammancamenti ‘nciavi,

o Maria, ‘ndai a perdunari.

Maria rispusi e dissi:

“ lu Rosariu non dassari,

 chidu tempu chi perdisti,

ti lu vegnu ad avanzari”.

Bella Maria no ‘ndi mancari.

O Maria, la verginella,

 tutta pura e tutta bella

io diri lu vorria cchiù

a Maria e a Gesù.

O Gesù, mio Gesù,

li vostri frutti belli su,

‘nta la chesia ‘nci su;

ed’ Angiali  ed’ Arcangiali chi ‘mparadisu su.

Gesù mio, Gesù mio,

quant’è bella la Matri di Dio,

quantu grazii ‘nda dunatu

nò l’avimu a meritatu.

A li setti Sacramenti, non ti servi lu tò scrittu,

e scaccia lu tuo nimicu San Dominicu mio ‘mbiatu.

Stu Rosariu a ‘Vvui fu datu, e

offeritilu Vui a  Maria e a Gesù.

E ‘Vvui Angialu di Dio,

siti lu veru cumpagnu mio.

Accumpagnatimi stasira ,

nommu moru di mala ira;

accumpagnatimi stanotti,

nommu moru di mala morti;

accumpagnatimi o matinu,

nommu moru di malu destinu;

Accumpagnatimi in eternu,

nommu moru e mu vajiu all’ infernu;

Accumpagnatimi sempri sia,

mu staci cu ‘Vvui chi st’anima mia.

Francesco Fiamingo

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