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 Sergio Floccari   Calciatore del Poro

 Campione del Poro e della Nazionale di Calcio

 >>====> Nicotera

Sergio Floccari

è nato a Nicotera (VV) il 12/11/1981.

Ha iniziato a giocare a calcio con la squadra locale della sua città, Nicotera, prima di passare al Catanzaro. Da professionista ha fatto il suo debutto in serie D con l’Avezzano e il Montebelluna prima di passare in serie C con il Mestre e il Faenza. Dopo il suo periodo a Faenza, dove segna tanto, viene acquistato dal Genova nel 2002, ma gioca solo nove partite di campionato segnando un gol nella sua prima stagione in serie B.

Con il Rimini, Floccari fa un passo indietro in serie C2, dove gioca e segna con regolarità. I suoi gol hanno contribuito alla promozione della squadra in serie B.

Nel gennaio del 2006, arriva in serie A con il Messina. Tre i gol di quella stagione, due di questi hanno segnato il pareggio 2-2 contro la grande Juventus di Capello. Nonostante ciò, la squadra siciliana retrocede in serie B, ma l’attaccante calabrese rimane nella massima serie con l’Atalanta.

A Bergamo, Floccari si gioca il posto in squadra con giocatori del calibro di Simone Inzaghi, Antonio Langella e Riccardo Zampagna chiudendo la stagione 2007/2008 con l’attivo di otto gol in campionato. Nella stagione successiva si migliora segnando dodici gol in campionato e contribuendo a portare la sua squadra a metà classifica.

Il primo luglio 2009, Floccari torna a Genova, il club che aveva lasciato nel 2003. Segna al suo debutto contro il Napoli e segna, anche, in Europa League contro il Valencia. Ma, pur avendo segnato quattro gol in campionato, Floccari fa fatica a trovare spazio nella squadra di Gian Piero Gasperini. Preferisce, così, trasferirsi alla Lazio per sostituire Goran Pandev che ha lasciato per l’Inter.

Debutta dopo una sola seduta di allenamento e segna due gol nella vittoria per 4-1 sul Livorno. In seguito, Floccari è stato uno dei giocatori chiave nel guidare la squadra ben lontana dalla zona retrocessione.

Storia di oggi è che, grazie anche al suo contributo, la Lazio è stabile al primo posto in classifica nel campionato 2010/2011 e, fondamentale, il giocatore nicoterese ha ricevuto la chiamata in Nazionale da parte di Cesare Prandelli.           Orsolina Campisi

«Ecco il Sergio Floccari che nessuno conosce» Dalla devozione espressa in ginocchio a Natuzza alle iniziative portate avanti in silenzio

Pino Brosio - Nicotera

Città in festa per la convocazione di Sergio Floccari in nazionale. Gli sportivi preparano iniziative per salutare nella maniera più degna il traguardo raggiunto per la prima volta da un giocatore del Vibonese. Tutti esaltano le doti umane del "purosangue" nicoterese, la sua semplicità, il attaccamento al paese, agli amici, alla famiglia. Una certezza appartiene a tutti: il commissario tecnico dell'Italia, Cesare Prandelli, lo ha chiamato alla sua corte non solo perché del campione nicoterese apprezza capacità tecniche, potenza fisica e determinazione nel puntare a rete, ma anche per premiare la serietà di un calciatore che la sua carriera l'ha costruita mattone su mattone; il primo ad arrivare sul campo per allenarsi, l'ultimo a rientrare negli spogliatoi.

Dopo anni di sacrifici è arrivata l'ora di assaporare la soddisfazione più grande: vestire l'azzurro della nazionale. «Per me questo è un grande onore – ha asserito appena appresa la notizia della convocazione – sono davvero felice».

E nel momento in cui la chiamata di Prandelli lo proietta in paradiso, Sergio Floccari la sua gioia la condivide con la mamma Beatrice La Torre, dipendente della Pubblica istruzione, col papà Pino, comandante dei vigili urbani in pensione, con i quattro fratelli (Pasquale, Antonella, Gaetano e Maria Rosaria), parenti e amici tutti. La condivide con la gente di Nicotera che da sempre segue con affetto le sue prodezze sui campi di tutta Italia.

A casa Floccari è difficile trovare un attimo di stasi. Ma quando il telefono tace e il campanello di casa pure, mamma e papà raccontano la vita del loro fuoriclasse con le lacrime agli occhi. Ricordano le sue prime prodezze nelle giovanili del Nicotera, i sacrifici per andare a Catanzaro tutti i giorni, l'addio alla Calabria per tentare il successo ad Avezzano, Montebelluna, Mestre e altre sedi ancora. Dalle loro parole emerge anche il Sergio che nessuno conosce, il ragazzo animato dalla forte fede in Dio, il campione che si inginocchia davanti a Natuzza per esprimerle la sua devozione.

E questa è un'altra storia bella. Mamma Beatrice è un po' restia a rivelare certi aspetti «perchè Sergio non vuole», ma poi si lascia andare e racconta di Natuzza apparsa in sogno a Sergio. Il ragazzo aveva subito chiesto di poterla incontrare e arrivato al suo cospetto s'era sentito dire «io ti conosco». Sergio, continua la mamma, «non vuole nemmeno che si sappia del suo impegno a favore della Fondazione della mistica di Paravati» oppure delle iniziative di beneficenza per realizzare un campo di calcio in Africa da destinare ai bambini abbandonati.

Il "purosangue" – e tutto questo lo rende ancora più degno di ammirazione – «non vuole nemmeno – dice il papà Pino – che si sappia che a tutte le squadre nicoteresi e ai ragazzi dell'oratorio ha fatto pervenire tute, borsoni, scarpe, magliette, palloni e altro ancora».

Ma se queste cose venissero taciute per sempre, forse nessuno conoscerebbe gli aspetti che fanno grande Sergio forse più di quanto può farlo il pallone.

È festa dunque. Gli amici sono pronti a tirare fuori le bandiere. Ma il loro cuore batte per Sergio Floccari, per quel ragazzo semplice e modesto, assorto a simbolo del riscatto cittadino e che appena può torna tra gli amici a raccontare una favola bella, una favola che venerdì e martedì prossimi lo vedrà protagonista in nazionale.

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