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 Reggina-Empoli dedicata ad Aldo

 Zambrone 

Reggina-Empoli  dedicata ad Aldo

Stadio Granillo Reggio Cal. 11.02.2012

Dopo la partita Reggina-Empoli, Mariella Epifanio, cognata del compianto Aldo Ferraro, operaio 33enne morto nel cantiere della diga sul Menta a Reggio Calabria travolto da un muro di cemento, scrive:

Una lettera per te Aldo

Ho visto ciò che tu vedevi con i tuoi occhi; ho sentito ciò che tu sentivi ogni domenica con le tue orecchie e con il tuo cuore. Stadio Granillo, un immenso campo da gioco verde; i giocatori amaranto correre da un capo all’altro per vincere; i tamburi e i canti di incitazione di quella splendida gente reggina, gente con un cuore grande come pochi. Gente che conoscevi benissimo e amavi perché da 4 anni ormai, vivevi più con loro che con noi.

Il cuore batteva forte a pensare che li, ogni domenica c’eri tu. Che esultavi, che godevi di ogni azione della tua squadra del cuore. E batteva ancor più forte a pensare il tuo piccolo Lorenzo in campo col capitano della Reggina Bonazzoli e con gli altri campioni.

La confusione e lo stordimento erano all’apice, fino al momento in cui non ho visto Lorenzo in braccio ad un giocatore dell’Empoli, Stovini, ex giocatore della magica Reggina quando era in serie A (così mi hanno detto. Io di calcio non ne capisco niente).

Escono dagli spogliatoi con Lorenzo in braccio. Lorenzo indossava fiero e con un po’ di timidezza quella divisa che anche tu hai sognato di potergli vedere un giorno addosso. Era bello come il sole. Aveva scritto dietro "Ferraro" e portava il tuo numero, quello che indossavi sempre quando giocavi a calcio: il 9 ! Lo hanno adagiato delicatamente a terra. Lui guardava davanti a se imbambolato e intimorito. I componenti delle due squadra si sono salutati passandosi vicino e ognuno di loro, passando vicino al tuo Lorenzo, lo accarezzavano sulla testa.

E’ un immagine che mi da un’emozione immensa, che mi stringe il cuore. Il quella carezza sul capo, c’è tutto l’amore che, tutti coloro i quali ti hanno conosciuto e tutti coloro i quali hanno sentito parlare di te senza conoscerti, vogliono dare al tuo Lorenzo e alla tua Gabriella.

Sai, terminati i saluti tra di loro, mica voleva venirsene Lorenzo fuori dal campo ? Sembrava estasiato, come se volesse godere ancora di quel campo verde meraviglioso. Poi, lo ha preso in braccio il capitano della Reggina Bonazzoli e lo ha accompagnato da Gabriella a bordo campo. Le ha donato un fascio di fiori mentre l’altoparlante spiegava che quella partita sarebbe stata dedicata a te, ai due anni dalla tua scomparsa, in quel campo dove tu vivevi da tifoso della reggina, li in quella terra dove per lavoro, avevi lasciato la tua meravigliosa e gioviale vita. Hai visto Aldo che bella cosa ti abbiamo organizzato ? E chissà se anche qua ci avrai messo qualcosa di tuo,... se volevi vedere insieme la tua famiglia e i tuoi migliori amici al Granillo ?...

Sapevi farti amici tutti, non ti sarà di certo stato difficile farteli anche li dove sei ora… Molti dei tuoi migliori amici sono venuti al Granillo, anche chi allo stadio non ci era mai andato e ora lo ha fatto per te. E altri apposta per vedere tuo figlio in campo, sono venuti in aereo. Vedi carissimo Aldo, tante sono le persone che ti amano e amano ciò che tu hai lasciato di te in mezzo a noi: Lorenzo e Gabriella. Semplicemente perché eri un vero amico, una delle rare persone sincere e amabili esistenti in questo mondo.

Guardo e riguardo tutte le foto che sono state scattate in quel momento e piango per quello che è stato e che poteva essere, per questo meraviglioso gesto che la Reggina Calcio ci ha onorato di vivere li in tuo ricordo. Sono orgogliosa di averti avuto come cognato-fratello ! Siamo stati tutti orgogliosi di vedere il tuo Lorenzo in mezzo ai tuoi campioni.

L’immagine che avrò per sempre nella mia mente di questo evento ? Il tuo piccolo Lorenzo in mezzo a quel campo immenso e tutti i giocatori passargli vicino, sorridergli e accarezzargli il capo. E Gabriella li, accanto a lui, orgogliosa di te e di vostro figlio.

T’avevo fatto un giuramento e lo porterò avanti fino a quando avrò vita.

Ciao Aldo

Mariella Epifanio

Il Capitano dell'Empoli Stovini entra in campo con in braccio il piccolo Lorenzo

ll piccolo Lorenzo in campo coi calciatori

Il Capitano della Reggina Bonazzoli consegna alla sig,ra Gabriella i fiori e Lorenzo

Gli amici Aldo presenti all'incontro evento

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la ricorrenza

Reggina-Empoli  dedicata ad Aldo

Zambrone - C’è un giorno che ha segnato la cronaca della comunità e coincide con l’8 febbraio 2010. In quella data, a causa di un incidente sul lavoro, scompariva a soli 32 anni, Aldo Ferraro. Il dopo è scandito da varie iniziative realizzate in sua memoria. Soggetti propulsori di tali manifestazioni: i familiari, gli amici e l’omonima associazione dedicata allo sfortunato giovane presieduta da Mario Ambrosi. Il tempo non lenisce il dolore dei familiari e nemmeno quello dei compagni coi quali ha condiviso tanti momenti di vita quotidiana. Ma senza un’autentica compartecipazione al dolore sarebbe ancora più difficile, per tutti, proseguire il percorso esistenziale.

Lo scorso 15 settembre è stata inaugurata una statua realizzata in memoria del compianto giovane e, al contempo, gli è stato dedicato il campo di calcetto antistante alla sua abitazione. In quella circostanza Mariella Epifanio (cognata di Aldo) ha preso carta e penna ed ha scritto alla Reggina Calcio per invitare i calciatori alla cerimonia d’intitolazione del campo e di inaugurazione della statua. In alcuni passaggi della missiva, Mariella Epifanio scriveva: «Aldo era un ragazzo gioviale, ovunque andava diventava amico di tutti e tutti, lo amavano per il suo carattere socievole. Si faceva in quattro per gli amici ma, un destino assurdo ha voluto strapparcelo così, senza preavvisi, nel momento più bello della nostra vita. La nostra è una famiglia unita. Ci sosteniamo tanto in questo momento di grande dolore. La nostra vita si è fermata lì, a quel maledetto 8 febbraio, in quel posto, che si affaccia su un panorama affascinante. Il destino gli ha riservato un angolo meraviglioso per morire, lì, nella vostra amata Reggio, terra che amava anche lui».

Immediata la risposta della Reggina Calcio, nella persona di Gianpiero Versace, il quale esponeva l’oggettiva difficoltà per i calciatori di presenziare all’inaugurazione del campetto e della statua a causa dei fitti impegni sportivi. Tuttavia, manifestava la disponibilità a ricordare il lavoratore nell’ambito di un evento calcistico.

La risposta era articolata nei seguenti termini: «Mi preme innanzitutto sottolineare quanto le sue parole e il trasporto con il quale ha raccontato la sua storia ci abbiano colpito. Specifico, dunque, che faremo il possibile per onorare la memoria di Aldo. Pensavamo di potergli dedicare la gara dell’11 febbraio 2012, partita di cartello della sesta giornata di ritorno, considerata la ricorrenza dei due anni della sua morte. Al "Granillo" infatti, sarà di scena Reggina-Empoli. In quell’occasione, pensavamo di fare entrare il bambino, il piccolo Lorenzo (figlio di Aldo, ndc), con la squadra prima del fischio d’inizio, insieme al nostro capitano Emiliano Bonazzoli. Lo stesso che consegnerà un fascio di fiori alla moglie di Aldo».

A tale proposito, va aggiunto che la richiesta di Mariella Epifanio non è stata casuale. In primis, perché Aldo è scomparso mentre era impegnato nell’esecuzione di un’opera pubblica ubicata nella città dello Stretto (diga dell’Esaro). In secondo luogo, il suo amore per il calcio lo portava spesso e volentieri al “Granillo” per incitare gli “Amaranto”. Gli amici di Aldo, insieme ai familiari, trascorreranno il prossimo 11 febbraio all’insegna della sua memoria e del ricordo.

Prevedibile che l’occasione susciti forti emozioni intrise di tristezza e rimpianti, destinate, però, a cedere il passo all’immagine radiosa e vivificante del dolce sorriso di Aldo.

Il poeta statunitense Kahlil Gibran ha scritto: «Se davvero volete conoscere lo spirito della morte spalancate il vostro cuore al corpo della vita».

Corrado L’Andolina - Pubblicata su Calabria Ora l’1 febbraio 2012, p. 29

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Un Campetto in nome dell'INDIMENTICATO ALDO

Zambrone, partecipata la cerimonia per l’intitolazione

Zambrone - Nell’enciclica “Caritas in veritate”, papa Benedetto XVI pone l’uomo davanti all’esperienza del dono. La gratuità si manifesta in molteplici direzioni e in modi diversi che spesso non sono riconosciuti a causa di una visione puramente utilitaristica ed egoistica dell’esistenza.

L’essere umano, però, è per sua natura portato verso il dono e la dolorosa vicenda di Aldo Ferraro ne è la conferma più tangibile. Il giovane lavoratore ha donato la sua stessa vita, per una società migliore, ricca di umanità che fa della dignità la sua cifra culturale, del lavoro e della famiglia i suoi costanti poli di riferimento.

Sulla scia di tali presupposti, giovedì pomeriggio, presso la piazza Otto marzo è stato intitolato il campo di calcetto alla memoria di Aldo Ferraro, il giovane 32enne scomparso l’8 febbraio 2010 a seguito di un incidente sul lavoro a Reggio Calabria, località Bocale, mentre era impegnato ad eseguire la diga dell’Esaro.

Evento, fortemente voluto dall’intera cittadinanza. Contestualmente, è stata presentata al pubblico la statua realizzata dalla famiglia Ferraro e dall’associazione "Amici di Aldo Ferraro" ed eseguita dai maestri Raffaele Famà e Rocco Famà di San Costantino di Briatico.

Per l’occasione, il sindaco Pasquale Landro ha fatto gli onori di casa. Ha poi preso la parola Mario Ambrosi, in rappresentanza dell’associazione “Amici di Aldo Ferraro”, il quale ha ricordato le virtù morali e umane del giovane amico scomparso.

Molti i rappresentanti politici e degli enti locali: Domenico Servello segretario provinciale Idv, Gaetano Bruni consigliere regionale, Nicola Altieri sindaco di Cessaniti, Pasquale Caparra sindaco di Zaccanopoli, Nicola D’Agostino sindaco di Vibo Valentia, Francesco Galati sindaco di Zungri, Massimo L’Andolina vicesindaco di Tropea, Anna Sambiase assessore alla cultura di Parghelia.

Presenti i tre sacerdoti che operano nelle parrocchie del Comune: don Nicola Berardi, padre Luigi Scordamaglia e don Pasquale Sposaro. A coordinare gli interventi, il giornalista Eduardo Meligrana.

Fra gli astanti, inoltre, il tenente dei carabinieri in servizio a Tropea, Francesco De Pinto, il comandante della caserma di Zungri Dario Randazzo, la dirigente scolastica Maria Cattolica Russo.

Le musiche che hanno fatto da cornice all’evento, sono state eseguite dal complesso bandistico “Oh musica!” dell’Istituto comprensivo di Briatico, magistralmente diretto da Giovanna Filardo e che annovera molti allievi del comune di Zambrone. Presente all’inaugurazione anche il prefetto, Luisa Latella.

Considerata la straordinarietà delle circostanze, il rappresentante vibonese dell’Ufficio territoriale del governo ha concesso la deroga normativa per l’intitolazione di che trattasi. Nel suo accorato intervento, la dottoressa Luisa Latella ha sottolineato: «Lo Stato non è un’entità diversa dai cittadini. Tutti noi, qui presenti, siamo parte di quella struttura organizzata che è, appunto, lo Stato. E il dovere di chi lo rappresenta è sapere ascoltare e operare in conformità ai sentimenti della popolazione, sia pure nel più rigoroso rispetto della legge. Nel caso di specie erano presenti - ha concluso il prefetto - tutte le condizioni umane e normative per la concessione della chiesta deroga. Il merito di tale evento, pertanto, va ascritto alla comunità zambronese».

Per l’occasione, numerosa la partecipazione della cittadinanza locale e di quella proveniente dalle realtà limitrofe. E ciò a testimonianza dell’affetto che circonda la famiglia del compianto Aldo Ferraro e dell’amore verso di lui che si manifesta, giorno dopo giorno, con un’intensità emotiva e sentimentale straordinaria.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 17 settembre 2011, p. 35

il corsivo

SCRITTI IN RICORDO DI UN CARO AMICO

Aldo Ferraro era prima di tutto un padre affettuoso. Non ha avuto il tempo di manifestare, in pieno, i sentimenti paterni, ma la delicatezza del suo comportamento e i suoi occhi adoranti il piccolo Lorenzo rimarranno impressi nella memoria, specie dei suoi cari. È stato un marito premuroso che ha posto la sua donna, Gabriella, al centro di un progetto di vita breve, ma segnato da sentimenti autentici e profondi; rari e sinceri. Un fratello adorabile per vicinanza emotiva ed affettiva. Un figlio d’oro, cui l’unico appunto che si poteva rivolgere era la sua estrema generosità ! Un cognato, uno zio, un cugino speciale, sempre pronto a mettere allegria e buonumore, a confortare e a vigilare sulle vicende quotidiane familiari, con tatto e semplicità. È stato anche un amico della comunità zambronese e non solo. Ma è stato soprattutto un grande lavoratore. Vittima della sua stessa serietà, del suo modo di relazionarsi con un mondo, quello del lavoro, appunto, che in Calabria soffre di ataviche e moderne problematiche. Aldo non ha cercato facili scorciatoie, non si è mai abbandonato alla logica dello sterile piagnisteo, del pressappochismo e della superficialità. Piuttosto, ha sempre eseguito le sue prestazioni con una professionalità ed abnegazione encomiabili. Un dato che in una Calabria spesso artatamente additata a covo di parassiti e nullafacenti, vale la pena sottolineare. Ha conosciuto il mondo del lavoro con tutte le sue oggettive difficoltà sin da giovanissimo. La tirannia del tempo e la malasorte, gli hanno però impedito di raccogliere i risultati dei suoi giovanili sacrifici. Il suo percorso terreno è stato interrotto prematuramente. La sua tragica fine, in gergo giornalistico, è definita “Morte bianca”. Ma di bianco, nella circostanza, c’è solo l’innocenza e la sua purezza.

Il bianco, però, simboleggia anche l’ingresso in una nuova dimensione; forse trascendente, di certo, saldamente ancorata a una memoria collettiva preziosa e brillante come un diamante. La cerimonia dello scorso giovedì rappresenta un passaggio fondamentale per la comunità intera. Con questo tributo, c’è un riconoscimento sentito verso un lavoratore onesto e instancabile che ha pagato, con il prezzo più alto, la diligenza che ha sempre impiegato nelle sue prestazioni lavorative. Ma quale senso dare alla cerimonia dello scorso giorno 15 oltre quello già delineato ?

L’omaggio concesso ad Aldo Ferraro, sottintende un tributo a tutti i caduti sul lavoro della comunità che occorre ricordare uno per uno: Maria Crai, Antonino Carrozzo, Antonio Varrà, Natale Conca, Francesco Ferraro, Fortunato Grillo, Saverio Cortese, Nicola Piccolo fu Domenico, Nicola Piccolo di Guerino.

La vita, a volte, è segnata da un inspiegabile carico di dolore. Sofferenza e morte fanno vacillare la fede nel Creatore e nella giustizia umana. La prima sensazione è che la natura sia “regolata” dalla legge paradossale del caos. Ma da una più razionale indagine e valutazione dei fatti, per quanto segnati da un’atroce disperazione, emergerebbe che, in realtà, nella natura esiste un progetto. Esso non può prescindere dalla libertà umana e, pertanto, dal suo logico presupposto, la casualità; anche tragica. L’esercizio autonomo della libertà, risulta, allora, per l’uomo del terzo millennio, la nuova frontiera.

Ma chi è veramente libero ? Colui che progetta la sua vita, i suoi sogni, i suoi desideri più profondi, in funzione di un amico, di un genitore, di un figlio, del coniuge, dei propri concittadini. Va letto proprio in quest’ottica, allora, il sacrificio di Aldo Ferraro che ha realizzato, in toto, la sua esistenza, connotandola con i requisiti più importanti, l’amore e la libertà. Un amore grande, verso la comunità, il lavoro, gli affetti più cari che si è esplicitato con tutta la sua vis dirompente, attraverso lo strumento della libertà.

Corrado L’Andolina - Pubblicato su Calabria Ora il 17 settembre 2011, p. 35

Il Monumento in memoria di Aldo Ferraro

eseguita dai maestri Raffaele Famà e Rocco Famà di San Costantino di Briatico.

I familiari durante la Cerimonia Il Padre, il fratello Francesco e la vedova Gabriella.

 

A lato gli astanti in attesa della Cerimonia

Il fratello Carlo e la cognata Mariella

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