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 Zia Concetta Pontorieri

 >>====>  Rombiolo

Pisa 23.01.2002

I 105 anni di Concetta Arghirov (Pontorieri)

Pisa - Ha visto declinare e morire un secolo, l'Ottocento, ha percorso per intero il Novecento e ora si è felicemente inoltrata nel terzo millennio con una mente ancora capace di ordinare in filze ben distinte una mole imponente di ricordi.

Concetta Pontorieri, vedova Arghirov, è stata festeggiata, in buona salute, felice di aver raggiunto l'invidiabilissimo traguardo dei 105 anni. Nella residenza per anziani in Versilia dove trascorre serenamente le sue giornate le sono stati intorno la figlia Giovanna Arghirov, per molti anni direttrice provinciale dell'Inail e attuale presidentessa del Soroptimist club di Pisa, il genero Franco Vego Scocco, già direttore dell'Ufficio Provinciale dei Fiumi e Fossi, le nipoti, il pronipote e numerosi parenti e amici di famiglia.

Laureata in scienze naturali nel 1921 a Torino, Concetta Pontorieri iniziò giovanissima la carriera accademica, figurando nei ruoli dell'ateneo piemontese come una delle prime donne chiamate a far lezione e ricerca in ambito scientifico. Dall'insegnamento universitario passò poi all'insegnamento nelle scuole medie superiori, sia in Italia che all'estero.

La sua Storia straordinaria

 Concetta Pontorieri - Nata nel 1897 a Rombiolo

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I suoi cento anni li ha già festeggiati il 24 gennaio 1997.  Parenti ed amici, riuniti a Lido di Camaiore erano intorno a lei a farle corona (foto). Ma, intendiamoci, Concetta Pontorieri non è una centenaria qualsiasi; una che consiglia sempre di non occuparsi delle questioni del mondo, di mangiar poco e comunque di lasciar perdere. E che questo sarebbe il segreto della longevità...  Niente affatto !  La sua vita è molto speciale e piena di movimento. E noi adesso proveremo a raccontarvela. 

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Zia Concetta è nata nel 1897 a Rombiolo, un piccolo paese arrampicato sulle falde del monte Poro, vicino a quella che allora si chiamava Monteleone Calabro e oggi Vibo Valentia, penultima di dieci figli. A soli sette anni, a causa di un male allora inguaribile – il diabete - perse il padre, D. Michele Pontorieri, che era peraltro anche il sindaco di quel paese.

Nel 1916, prese la decisione che le avrebbe cambiato la vita: voleva continuare a studiare, e poichè a quell'epoca in Calabria non vi erano università, voleva iscriversi a Roma, a La Sapienza. "A quel tempo", ha raccontato nell’intervista che ha concesso al periodico Calabria in occasione del suo centenario, " le ragazze di buona famiglia dovevano essere educate a casa. Figuriamoci se era loro permesso andare da sole a Roma a frequentare l’università ! ".

Fatto sta che in casa scoppiò il putiferio. La leggenda vuole che quando tutti si arresero, uno dei fratelli – peraltro egli stesso in partenza per quella che sarebbe passata alla storia come la Grande Guerra o, meglio, l’Inutile Strage -  proprio mentre l’accompagnava a Roma per l’agognata iscrizione all’università, avrebbe detto: "avrei preferito accompagnarti al tuo funerale..."

Ma zia Concetta aveva vinto. Si iscrisse alla facoltà di Scienze naturali, una scelta inusuale per le donne della sua generazione – come ha scritto nel 1997 Rosa Tavella, capogruppo di Rifondazione comunista nel Consiglio regionale della Calabria – che forse avrà avuto "per lei, come per altre dopo di lei, il senso di affidare alla scienza una speranza di conoscenza vera oltre che di emancipazione e libertà". E peraltro zia Concetta era pure una tra le prime cinque donne iscritte in quella università.

Conseguita la laurea, prima donna di Calabria, zia Concetta inizia la carriera accademica e nei primi tempi collabora con il prof. Vaccari dell’Università di Torino, partecipando anche alla fondazione dell’Orto botanico di Chanus, sul Passo del Piccolo San Bernardo, oggi in territorio francese.

Ma la sua vita prepara ancora una svolta. In quegli anni, infatti, decide di dedicarsi all’insegnamento nelle scuole italiane all’estero. E’ questa l’epoca dei suoi grandi viaggi.

Insegna a Zurigo, Bucarest e Sofia, dove lei già trotzkista e 'femminista ante litteram' è ammessa presso la corte della regina Giovanna. Proprio a Sofia conosce un brillante e talentuoso violinista, Boris Arghirov e il suo cuore di calabrese orgogliosa e testarda capitola. A Rombiolo la vecchia madre D. Matilde così si dice avrebbe commentato: "girau, girau girau e ppoi cu’ pigghiau ? Nu sunaturi ‘i violinu !!! " (ha viaggiato, viaggiato, viaggiato e poi chi ha sposato ? Un suonatore di violino!).

Ma Boris, non era come pensava nonna Matilde, un semplice suonatore di violino (e d’altra parte non tutti in famiglia dovevano pensarla così, se un fratello di zia Concetta - chissà se proprio quello che si era trovato ad accompagnarla a Roma, e magari per farsi perdonare - aveva deciso di chiamare il suo ultimogenito Leone Boris!). Di lì a poco, infatti Boris Arghirov fu chiamato come Primo violino presso l’Orchestra Filarmonica del Cairo. Ad Alessandria d’Egitto così si trasferiscono entrambi, dove zia Concetta insegna nella locale scuola italiana, e lì nasce la sua unica figlia, Giovanna, in ricordo della regina di Bulgaria.

Ma il richiamo dell’Italia è forte. Boris Arghirov si candida all’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma e viene chiamato come Primo violino.

Zia Concetta così ritorna nel Belpaese. Insegna Scienze nelle Scuole superiori, ma per gli esami di maturità sceglie sempre di ritornare in Calabria, la sua terra d’origine, come commissario. Alla fine della sua lunga e operosa carriera le viene conferita la Medaglia d’Oro del Ministero della Pubblica Istruzione.

Anche la sua vita da pensionata è trascorsa viaggiando. Cercando sempre, soprattutto nelle ricorrenze a lei più care – prima tra tutte la festa dell’Immacolata – di trovarsi in compagnia di familiari ed amici.

La sua storia - come ha scritto Marilina Intrieri, capogruppo dei Cristiano Democratici al Consiglio regionale della Calabria in occasione del suo centenario - oggi quasi sembra produrre impressione se non addirittura incredulità.

E tuttavia ricorda costantemente a tutti la tempra, la forza morale e anche il prezzo di quella solitudine interiore che spesso si trova a dover pagare chi varca il proprio orizzonte, aprendo strade e prospettive nuove per sé e per le generazioni future.

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(zia Concetta a Napoli nel 1981)

 La sua vita terrena si è fermata a Pisa il 6 giugno 2004 all'età di 107 anni e 4 mesi.

La sua storia straordinaria non può che essere ricordata per sempre alle generazioni future in tutti i modi, anche per tramite di questo nostro piccolo contributo.

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