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 Nino Paganini   " Il Campione "

  >>====> Ricadi          Calcio Capo Vaticano 

Omaggio a Nino Paganini

"Un vero sportivo del Poro"

La vita di una persona

non è quello che è accaduto,

ma quello che si ricorda e come lo si ricorda

Garcìa Marquez

L’omaggio a Nino Paganini è un momento di riflessione sulla grande passione di un uomo per il calcio.

Il calcio come emozione e amore per la propria terra è la sintesi del gioco di Paganini.

Quando il passato che si racconta "perché davvero lo hai amato" si proietta nel futuro.

Nino Paganini è stato un calciatore e un allenatore eccellente.

Paganini, un uomo che con il talento, la cultura, e la generosità d’animo, tipica delle genti del Poro e di Calabria, ha, per oltre mezzo secolo, sia da giocatore, che da tecnico e da dirigente sportivo, determinato e inciso sulle sorti di centinaia di ragazzi del Poro appassionati del calcio.

Anni di esperienza e di campo sono diventati elementi preziosi per far crescere intere generazioni di nuovi calciatori. A tutto questo si aggiunge l’allenamento, la disciplina, la voglia di migliorarsi, la costanza.

Siamo andati a trovarlo nella sua casa di San Nicolò di Ricadi, nella splendida cornice di Capo Vaticano, dove abita con la sua famiglia e gestisce un suo campig-village (La Lanterna).

Negli anni della mia giovinezza – ci dice - ho giocato a calcio dilettantistico, in seguito sono rimasto appassionato a questo sport ed ho sempre seguito i campionati dilettanti ed il Capo Vaticano in particolare.

Era la fine degli anni ’40, quando, a soli 7 anni, nella piazza del paese (allora non c’era il traffico di oggi) il piccolo Nino cominciava a giocare le prime partite e a scoprire la sua grande passione.

Ci viene in mente la canzone di De Gregori che canta di un giovane calciatore di nome Nino come il nostro Paganini "... e allora Nino mise il cuore dentro alle scarpe e corse più veloce del vento".

La madre, Annunziata Laria, era originaria di San Nicolò, mentre, il padre Tindaro Paganini, era un finanziere siciliano di Patti (ME), che allora prestava servizio nella Brigata di Capo Vaticano. Nel 1949, tutta la famiglia seguì il padre che era stato trasferito a Bianco (sul versante jonico della provincia di Reggio Calabria) presso la caserma della Guardia di Finanza.

Fu così che nel 1950 Nino iniziò a giocare come ottima ala destra negli allievi del Bovalino.

Paganini "giocatore" nella squadra del Bovalino nel 1950

Intanto giunse il tempo del militare e arruolatosi come sottufficiale nell'esercito, fu di istanza prima a Palermo e poi presso la base di Bagnoli.

Qui entrò a far parte della squadra della Nato dove ha giocato per tre anni e in tutte le partite, contemporaneamente venne ingaggiato dal Vomero, che militava in Promozione, era il 1954.

La nostalgia di casa e la passione per il calcio lo spinsero a chiedere il congedo anticipato. La sua prima stagione in Calabria la passò in Prima Divisione con il Tropea, a cui tornò dopo una breve stagione nel Nicotera (II Divisione). In seguito giocò nel Rosarno e poi nella Vibonese, sempre in Prima Divisione. Appese le scarpe al chiodo, verso la metà degli anni '60.

Nell'agosto del 1963 sposò una ragazza del posto, Isabella Muzzupappa, dalla quale ebbe due figlie, Tina e Mariella.

Nel campionato 1967/68, Nino Paganini allenò il Capo Vaticano, al suo primo campionato dopo la fondazione, il cui primo presidente - ci dice - è stato il compianto Olindo Procopio alla sua memoria andrebbe dedicato lo stadio.

Paganini "allenatore" della Squadra del Capo Vaticano del 1967/68

(anno della fondazione)

Nel 1978 Paganini partecipò al corso per allenatori, che si teneva a Catanzaro, dove il Relatore del corso fu Silvio Piola, vecchia gloria nazionale.

Dopo diverse esperienze in diverse squadre del circondario (Limbadi, Joppolo etc) Paganini tornò al Capo Vaticano, che, nel frattempo, aveva raggiunto la Prima Categoria.

La sua lunga e brillante carriera calcistica lo ha portato a diventare dirigente del Capo Vaticano ormai blasonata società che milita con onore nel campionato di Eccellenza.

Oggi Paganini gode della sua società, il Capo Vaticano che macina successi sportivi e societari come fosse, e forse lo è, una sua creatura cresciuta con tanta e pura passione e senza altri interessi. Citando ancora De Gregori "Un giocatore lo vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia".

Attualmente è orgoglioso della Scuola Calcio da lui fortemente voluta già dal 1997 e che da un sogno è diventata nel 2007 una realtà stabile e professionale di alta qualità. La scuola è diretta quest'anno dal professor Marco Faghino.

La Scuola - ci dice - è la mia passione, attraverso di essa, noi del Capo Vaticano, vogliamo e cerchiamo di valorizzare i ragazzi del comprensorio del Poro e di Capo Vaticano, tutto ciò per soddisfazione personale, ma soprattutto per amore di questo posto e delle future generazioni.

Grazie Nino ..... nostro Campione del Poro

La Redazione di Poro.it

il Quotidiano                                Vibo sport                        Giovedì 4 ottobre 2007   35

Paganini in abiti civili

e

da calciatore

Paganini "giovane giocatore" con l'arbitro nelle prime partite ufficiali

Paganini giocatore

Paganini mentre calcia un rigore

Paganini da ragazzo con gli amici

Paganini quando da giovane calcava i campi in terra battuta

Paganini giovane con suo padre finanziere

Nino Paganini "dirigente" con Nils Liedholm allo stadio del Capo Vaticano

Paganini "dirigente" della sua squadra, il Capo Vaticano

Paganini "marinaio" nel mare di Capo Vaticano

Paganini "militare" alla NATO

Paganini con il suo gatto

Paganini con la sua moto

Paganini Senior

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