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 Formicoli   Comune di Ricadi

Pro Loco Capo Vaticano

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Indice:

IL Lido Coccinella

Nicola Taddeo - Il RE di Formicoli

Mari Nosciu  

Formicoli - Il Barrio, parlando del villaggio di Santa Domenica dice: “Sul mare vi è Porto Ercole che gli abitanti chiamano volgarmente Formicoli, cioè corruzione di Foro di Ercole, di cui parla Plinio e lo stesso Strabone”.

Secondo alcuni storici qui, infatti, sorgeva il mitico porto fondato da Ercole o visitato quando di ritorno dalle leggendarie imprese, in questa zona, ricca di pascoli e di fresche acque, si fermò per pascolare gli armenti sottratti a Gerione. Una stradella scavata nel costone del torrente “Vrace” porta direttamente in fondo alla valle dove si trova una chiesetta intitolata alla Vergine e Martire Santa Domenica che, in base ad una antica tradizione, pare sia nata proprio in questa contrada.

In fondo ad un pozzo, infatti, scavato vicino alla chiesa, si racconta che vi sia ancora l’orma del suo piede impressa su una pietra.

In questa vallata forse un tempo esistette veramente quell’oscurissimo porto canale che tra Ipponio e Medma portava il nome di Ercole, come scrive Jean Berard nel suo libro: “Storia delle colonie greche dell’Italia meridionale”.

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Spiaggia di Formicoli lato Sud           Mareggiata del 28.12.2000

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Spiaggia Formicoli lato Sud        26.03.2001

La Coccinella

Il capo: - Il Dott. Bagnato

Pasquale ' U Longu - Un uomo libero

La Coccinella: Habitué di Formicoli per tutto agosto da sempre

Associati alla Coccinella: Adriana, Peppe, Michelone & C

Associati alla Coccinella - Il Dott. Pulicari e famiglia

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Nicola Taddeo

La leggenda si fa realtà

di Mimma Pugliese

Alla base dello sperone di Capo Vaticano, attaccato alla roccia antica, sorge Ciaramiti: quattro case ed un forno sospesi tra cielo e mare, con una vista che ti toglie il fiato per la sua bellezza.

In ogni stagione, i rossi tramonti illuminano la chiesetta, in prima fila, con il gruppo di casette alle spalle come una chioccia con i suoi pulcini. Paese antico, rimasto sempre uguale, non ce l’ha fatta a crescere per i tanti figli dovuti andare via per un lavoro: in Argentina, in Svizzera a Torino, tutti con la voglia di tornare anche per qualche giorno.

Per molti il desiderio rimane inappagato, ma per uno no, uno è ritornato davvero e per sempre. Dopo tanti anni di “esilio” a Torino è scappato con la complicità della moglie, pure lei innamorata di Ciaramiti.

“I figli sono grandi, se ne vanno in giro per il mondo e noi che ci facciamo qui in questa nebbia? Fra questi forestieri…..”il richiamo è forte si parte, si ritorna. Nell’antica casetta c’è tutto e se ti affacci alla finestra, lì a due passi c’è il mare col suo azzurro infinito che ti invita, che ti chiama perché è il tuo elemento naturale.

Colapesce cosi vogliamo chiamare questo personaggio che sa di mito e di leggenda, ogni giorno da primavera fino in autunno, si immerge con un rito antico, sistematico, perché nel mare trova la sua vera dimensione. D’inverno, lo vedi là, sulla spiaggia con lo sguardo perso nell’orizzonte, ad annusare l’aria e nutrirsi degli aliti delle onde spumose.

Da Formicoli a Torre Marino quel mare lo conosce tutto, ogni scoglio, ogni anfratto, ogni fossa, lo ha setacciato palmo a palmo, nelle ore mattutine, quando parte dalla spiaggia deserta, in cerca di polpi con la piccola fiocina e le mani nude. Il suo corpo trasformato dagli anni, nell’acqua diventa leggero, saettante e il mare lo abbraccia e se lo porta.

Non c’è una volta che ritorni senza preda, che non è frutto di caccia vorace, ma quasi un tributo che il mare gli vuole rendere. Quando ritorna a riva qualcuno si avvicina curioso per osservare i tentacoli danzanti dei polpi che pendono dalle sue mani, ogni giorno come sempre da sessanta e più anni.

Si perché anche quando le difficoltà erano tante Cola ritornava ogni estate da Torino per godersi il suo mare. Ora può farlo tutto l’anno come quando era piccolo e non pensava mai di allontanarsi.

Nei suoi occhi rotondi luminosi e profondi si specchia l’azzurro dell’acqua e brillano di gioia ogni volta che traballante col ventre dilatato, emerge come un anfibio nato dall’acqua ed appartenente all’acqua.

Luglio 2005

 

 

 

 

 

Nicola Taddeo:

L'uomo anfibio e RE della pesca a Formicoli

 

 

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Capanno - Spiaggia Formicoli  30.06.2005            foto Pino Dicosta     

Il mare di Formicoli con all'orizzonte il vulcano Stromboli

MARI NOSCIU "mare di Brattirò"

Ogn'annu 'nt'astati 'ncindi jamu 'o mari nosciu, sempri 'nta cchista spiaggia jamu

e quanti ricordi belli chi tenimu.

Costruiamu i capanni i canna

'mu 'ndi riparamu du suli cocenti

e jaintra quanti mangiati e dormuti chi facimmu,

'nta cchia bella sabbia fina fina

'ndarrocciulavamu tutta a matina

e quandu u vagnu faciamu

a nuotu fina e scogghi jiamu,

'nta 'stundi quantu 'nda scialammu

e 'nda scialamu ancora puru su tempu vola.

Furmiculi ch'è bellu è 'u mari nosciu

e puru 'ca veninu i tutti i località

sempri u nosciu resterà.

Ogn'annu si Dio voli tornamu sempri ja

e ringraziamu u Bambinu Gesù

'ca 'ndu dezi tuttu pinnù.

Pasquale Rombolà "cerza"

Torino 22.01.05

MARE NOSTRO "mare di Brattirò"

Ogni anno in estate ce ne andiamo al mare nostro, sempre nella stessa spiaggia andiamo e quanti ricordi teniamo.

 

Costruivamo le capanne di canne per ripararci dal sole cocente e dentro quanti mangiate e dormite facevamo,

dentro quella bella sabbia fina fina ci rotolavamo tutta la mattina e quando il bagno facevamo a nuoto fino agli scogli andavamo,

in queste onde quanto ci siamo divertiti e ci divertiamo ancora anche se il tempo vola.

 

Furmiculi che bello è il mare nostro e pure che vengono da tutte le parti sempre il nostro resterà.

Ogni anno se Dio vuole torniamo sempre là e ringraziamo il Bambino Gesù che ce l'ha dato tutto per noi.

Pasquale Rombolà "cerza"

Torino 22.01.05

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