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 Il Convegno regionale Pastorale giovanile

  >>====> Drapia

Concluso il Convegno regionale Pastorale giovanile al Teatro La Pace

Una Chiesa più vicina ai giovani

Numerosi  relatori e ospiti si sono confrontati con più di 300 delegati delle diocesi calabresi

Drapia - Sono stati tre giorni intensi, di dibattito, di ascolto e di confronto, quelli appena conclusisi al Teatro La Pace di Drapia che ha ospitato il Convegno regionale Pastorale giovanile fortemente voluto dalla Conferenza Episcopale Calabra.

Un evento di fondamentale importanza per la Chiesa calabrese, iniziativa cui hanno partecipato  circa 300 delegati; laici, sacerdoti e religiosi provenienti da tutte le diocesi della regione, i quali si sono incontrati con i vescovi della Calabria e tanti illustri ospiti per discutere di attualità con lo scopo di tracciare una prospettiva condivisa sul futuro dei giovani e della Chiesa nella nostra regione. “FaceGod (volto di Dio).

Tanti contatti, più relazione”, questo lo slogan scelto per l’occasione, affiancato dalla significativa ed emblematica frase  "Signore, da chi andremo ?".  "E’ un gran giorno per la Calabria" ha affermato mons. Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto, nel suo saluto ai presenti.

Ad aprire i lavori mons. Fiorini Morosini, vescovo della Diocesi di Locri-Gerace, che ha ringraziato tutti coloro “che hanno risposto alla chiamata della Chiesa per questo importante appuntamento in cui siamo chiamati ad aiutare i giovani a comporre il volto di Dio”.

Sempre nel corso della prima giornata sono intervenuti il giornalista Rai, Enzo Romeo, e il sociologo Enzo Bova, docente Unical.

Romeo ha proiettato un video intitolato “I giovani calabresi interpellano la Chiesa” ed ha quindi stimolato la platea mettendo in evidenza la necessità di non perdere la speranza. Secondo Romeo il motto per la Calabria deve essere: "Ce la possiamo fare". Richiamando i dati Svimez che presentano il Sud “sempre più un paese di vecchi e per vecchi”, lo stesso Romeo ha affermato che si rischia di "perdere il futuro". Il giornalista ha quindi aggiunto: "Restare al Sud è una scelta di vita che può essere motivata solo da una fede forte. Coscienza religiosa e senso civico sono le due gambe per camminare verso un nuovo sviluppo. L’assuefazione - ha specificato nel prosieguo del suo intervento - è la peggiore piaga con la quale dobbiamo fare i conti. La Chiesa - ha continuato - deve essere coraggiosa e deve essere una nave spiegata con le vele al vento".

Enzo Bova ha sollecitato tutti “ad uscire fuori dalla soglia del sagrato” per portare “i valori del vivere cristiano” nel mondo. Tra gli interventi della seconda giornata, oltre a quello di don Nicolò Anselmi, Direttore della Pastorale Giovanile Nazionale, il quale ha plaudito l’iniziativa, è emerso il contributo di don Armando Matteo, ex assistente nazionale della Fuci (Federazione Università Cattolica Italiana). Don Armando ha parlato della necessità che “la Chiesa di Calabria possa ritornare ad essere una Chiesa che sa fare festa”. Le nuove generazioni, secondo il sacerdote, sono “una forza che la società tiene nel congelatore”. “I giovani - ha affermato sempre don Armando - hanno bisogno come il pane di proiettarsi nel futuro”, ma la società “li costringe a restare in panchina”; nel contesto odierno – ha aggiunto. “i giovani non negano Dio, non ne sono interessati”. Per questo ed altri motivi ha invitato a diventare “uomini e donne capaci di fare festa (nel senso religioso del termine), perché le persone capaci di fare festa sono capaci di libertà, ospitalità, accoglienza, gratuità: saper fare festa per un Dio che ha un debole per noi”.

Degno di nota anche l’intervento del vescovo di Avezzano, mons. Pietro Santoro. “La Pastorale giovanile - ha sottolineato il prelato - è il segno visibile della Chiesa locale che serve i giovani. I gruppi, i movimenti, le associazioni, pur con i loro percorsi devono trovare nella pastorale giovanile diocesana il grembo del cenacolo e dell’unica missione attorno al vescovo”.

"I giovani - ha inoltre specificato mons. Santoro - sono i soggetti, non i destinatari dell’azione pastorale”.

La seconda serata si è conclusa con uno spettacolo musicale di animazione del gruppo One Way della diocesi umbra di Città di Castello.

Durante la celebrazione eucaristica nella tarda mattinata di domenica, rito celebrato da mons. Mariano Crociata, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, lo stesso prelato ha rivolto un annuncio ai presenti. “Oggi il Signore fa appello alla nostra responsabilità”, ha affermato mons. Crociata. Una responsabilità educativa e di fede che “interpella la nostra vita”. E “se fuggiamo alla risposta verso di Lui (Cristo) la nostra vita fallisce perché abbiamo scartato la pietra angolare”.

A mons. Morosini è inoltre spettato il compito di tirare una prima "sintesi a caldo" del Convegno. “E’ il tempo di svegliarsi - ha detto il vescovo di Locri-Gerace - la vita non ci attende e la frattura della Chiesa con il mondo giovanile si è già consumata e noi dobbiamo andare a recuperare”. Morosini ha quindi fissato delle priorità. Innanzitutto “inserire il rinnovamento della pastorale giovanile in un contesto missionario” e poi “ la formazione degli educatori”, il cui ruolo è essenziale per dare maggiori prospettive ai giovani. Riferendosi ai diversi laboratori sui vari ambiti di confronto, momenti di riflessione tenutisi nel corso della tre giorni drapiese, il prelato ha concluso: "Se noi crediamo in quello che abbiamo scritto potremo farcela".

Mario Vallone, Il Quotidiano della Calabria, 4 ottobre 2011

Immagini del Convegno

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