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 Sagra Formaggio Pecorino 2006

 Monte Poro di Caroniti     >>====>  Joppolo

La 28° Sagra del Formaggio Pecorino di Monte Poro (Joppolo)

di Libero Vecchio

La Sagra del formaggio di Monte Poro - 28 a edizione – patrocinata dal Comune di Joppolo, dagli Allevatori di Monte Poro e dall’Unione Italiana Mezzadri e Coltivatori Diretti della Provincia di Vibo Valentia, si è svolta venerdì 11 agosto 2006.

La manifestazione è stata intervallata, negli anni, da alcune interruzioni che sono servite agli organizzatori per rinnovare e rimodulare, di volta in volta, i ritmi dello svolgimento senza mai snaturare la peculiarità, costituita dalla genuinità e veracità del prodotto che quest’anno è stato selezionato da un gruppo di assaggio aderente all’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi.

La Sagra si è svolta nel suo luogo naturale: Monte Poro, nel territorio che ricade nel Comune di Joppolo.

Monte Poro: un balcone sul mare e sul golfo di Gioia Tauro. Un posto per natura incantevole, reso più piacevole da una amena e ricercata pineta che d’estate offre un’amabile frescura che mitiga la calura per cui è ricercata e contesa dai residenti e dai turisti che vi affluiscono numerosi dalle vicine solatie spiagge di Nicotera Marina, Joppolo e Capo Vaticano.

Punto di riferimento, il Santuario della Madonna del Carmelo, meta continua di pellegrini che provengono anche da altre regioni per rendere omaggio alla Madonna del Carmelo e per ammirare il Santuario, l’opera dovuta a Frate Carmelo Falduti, l’umile pastorello di Caroniti che, “dopo aver sognato la Madonna, peregrinando di paese in paese, con la cassetta in mano, la bisaccia alle spalle, il sorriso sulle labbra e la fede nel cuore ”, ha costruito, con le offerte raccolte, la Chiesa per la Madonna che lo aveva chiamato al suo servizio.

La sagra, inquadrata in una cornice ambientale esaltante, ha riservato ai partecipanti la possibilità di alternare ai piaceri della degustazione di prodotti genuini, anche momenti di fede e di devozione visitando i luoghi di Fra Carmelo e di San Gennaro, il Patrono di Napoli, che non solo la tradizione e la devozione popolare, ma anche precisi riferimenti documentali, lo danno nato a Caroniti (Calafatoni).

Il re della sagra è stato, ovviamente, il pecorino, un prodotto tipico e pregiato che sa sprigionare peculiari sapori ed esemplari aromi, conosciuto ormai dappertutto perché presente e promosso alle fiere internazionali (Bit Milano, salone internazionale del gusto Torino ecc ).

Alla corte del re pecorino hanno fatto corona la fresca ricotta, prodotta direttamente sul posto nel corso della sagra e tanti altri prodotti tipici locali.

Di alto gradimento è stato l’agnello, l’agnello del Poro richiesto persino dai fornitori delle cucine Vaticane, cucinato con la legna di bosco come si faceva un tempo quando il Poro era inaccessibile ed i pastori, a custodia delle loro mandrie, vivevano isolati nei casolari-pagliai sperduti nelle campagne.

I fornai del Poro e di Caroniti, con il pane fragrante e dal sapore antico che ha supportato il menù della serata, hanno sfornato, per l’occasione, tante altre prelibatezze tipiche del territorio (curuje, taralle, nacatule ecc. ) che in passato, fino agli anni 40 del secolo scorso, - quando la circolazione della moneta era assai limitata e l’economia era di sussistenza – caratterizzavano i giorni di festa e gli sposalizi.

Un frizzantino locale, spillato dalle vecchie botti di legno, garanzia di genuinità, ha innaffiato l’abbondante menù che i partecipanti alla sagra, calcolati in circa diecimila, hanno degustato allietati da canti e balli tradizionali.

Il Processo di Produzione del Pecorino del Poro

 di Libero Vecchio

L’alto pregio del pecorino del Poro, la peculiarità del sapore e della prelibatezza degli aromi, sono dovuti, in massima parte, ai pascoli, pascoli sani, rigogliosi, di qualità che si trovano in un contesto di agricoltura sana e fertile, preservata da qualsiasi fonte di inquinamento, qual’è quella dell’altipiano del Poro.

Il pregio dei pascoli si traduce in pregio del latte che viene lavorato sul posto da esperti allevatori che continuano a seguire i metodi tradizionali dei pastori del Poro che sono stati tramandati nel tempo da padre a figlio. Uno studioso locale, Francesco Arcella, così sintetizza in una pubblicazione dal titolo: “Joppolo, un angolo ricercato di turismo balneare e montano” , le tecniche ed i processi di lavorazione:

la produzione del pecorino comprende una serie di operazioni che prevedono, dopo la mungitura del latte, la cagliata, la rottura della cagliata, la salatura, la stagionatura.

Il latte integrale, ricavato dalla mungitura manuale delle pecore, viene filtrato per trattenere eventuali corpi estranei introdotti con la mungitura e, addizionato il caglio nella caldaia, viene riscaldato e lasciato a coagulare per mezzora. Il latte una volta rappreso, viene frammentato con la nocca o arnese di legno per facilitare l’eliminazione del siero. Raccolto poi con le mani, viene deposto su un tavolo di legno per poi finire nelle fiscelle di giunco che gli danno la forma voluta (forma tonda o appiattita).

Il formaggio all’indomani si trasporta al casolare o casa del formaggio per pulirlo e salarlo ed ivi rimane per un tempo variabile di stagionatura a seconda del tipo: fresco, a pasta molle, o stagionato, a pasta consistente da utilizzare anche come eccellente formaggio da grattugia. A procedimento concluso, il formaggio pecorino acquista una crosta giallognola tendente al rossiccio, con una polpa bianca e appetitosa. Ricco di sali minerali come calcio e fosforo, il pecorino del Poro è un prodotto completo di alto valore proteico e nutrizionale.

Pineta di Monte Poro - Ingresso allo Spazio della Sagra.

Pineta di Monte Poro - Preparazione delle Ricotte fresche

Cottura della Carne di Pecora

Pineta di Monte Poro - Preparazione degli altri alimenti

La Cottura

Pineta di Monte Poro - Il Vino

Distribuzione degli Alimenti

Retro banco della distribuzione degli alimenti

Si mangia

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e-mail:  Piapia@Poro.it

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