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 Centenario dell’arrivo a Caria

 della statua della Vergine S.S. del Carmelo

  >>====> Caria     

 

Caria 1906 – 2006

 

Celebrazioni per il

Centenario dell’arrivo della statua della Vergine SS. del Carmelo a Caria

e

del Centenario della Dedicazione della Chiesa a Maria SS. del Carmelo.

Caria 1906 - 2006

Centenario della dedicazione della Chiesa a Maria S. S. del Carmelo

Centenario dell’arrivo della statua della Vergine S.S. del Carmelo a Caria

di Francesco Pugliese

 CARIA   Maggio  2006

Sono entrati nel vivo le celebrazioni in occasione del centenario dell’edificazione della chiesa della Madonna del Carmelo e dell’arrivo della sacra effige a Caria.

Dopo la solenne cerimonia con l’offerta del cero votivo, che ha dato inizio lo scorso 1 Gennaio 2006 a l’anno Mariano che la comunità cariese dedica alla beata vergine del Carmelo, dal 7 al 14 maggio noi cariesi ci siamo di nuovo stretti intorno alla nostra regina. Dal sette di maggio presso la chiesa della Madonna ha preso il via il settenario in preparazione al giorno della dedicazione della chiesa, celebrato dal nostro nuovo parroco don Antonio Gennaro e da don Giuseppe Furchì. Ogni sera i bambini hanno recitato il santo Rosario, e il sacerdote il settenario Cantato Dagli anziani della comunità e la Santa messa. Molto bella la celebrazione dedicata interamente ai bambini che si è svolta nella chiesa della madonna la sera del 9 maggio e la celebrazione dedicata agli anziani della comunità celebrata la sera del 13 maggio durante la quale il sacerdote ha imposto il sacramento dell’unzione agli anziani e agli ammalati.

Il 10 di maggio com’è tradizione si è svolta la fiera in onore della madonna del Carmelo, alle 11:00, la solenne celebrazione e la supplica alla madonna. Per tutta la giornata la chiesa della Madonna è Rimasta Aperta perché come vuole la tradizione ogni cariese è tenuto a far visita alla sua madonna nella Giornata del 10 di Maggio.

Il 14 di maggio il grande giorno, alle 19.00 è partita dalla chiesa del Carmine la processione con la statua della madonna del Carmelo, alla Processione hanno preso parte anche i bambini che si preparano a alla prima comunione, vestiti con lo scapolare della madonna del Carmelo.

Lungo la Via Provinciale, attraverso Via Gallo e Via Duomo si è giunti davanti la chiesa parrocchiale. Davanti alla chiesa la statua della vergine si è fermata, insieme ai sacerdoti ai ministrati e agli scapolari, mentre i fedeli hanno continuato la processione fino a Piazza Cavour dove è stato allestito un grande palco su cui è stata celebrata l’eucaristia, la piazza è diventata una grande chiesa a cielo aperto. Quando tutti i fedeli hanno preso posto, la statua della vergine insieme alle autorità religiose e ai ministranti ha fatto ingresso nella piazza, accolta da un lungo applauso e collocata sul lato destro del palco, mentre sul lato sinistro campeggiava una grande foto di Giuseppe Pugliese costruttore della chiesa del Carmelo, al centro del palco un grande crocefisso. Prima dell’inizio della celebrazione è stata letta la storia di Giuseppe Pugliese che con duri sacrifici nel 1906 riuscì a completare la chiesa alla sua madonna. Il coro Parrocchiale ha dato poi inizio alla Solenne Concelebrazione presieduta da, Don Antonio Gennaro parroco di Caria e concelebrata da, Don Sergio Meligrana, Don Giuseppe Furchì, Don Domenico Pugliese, Padre Giuseppe Francescano. Hanno prestato servizio i ministranti della nostra parrocchia, e fatto da cornice i bambini con lo scapolare. Una solenne concelebrazione toccante e commovente animata con Canti mariani eseguiti dal coro parrocchiale della Trasfigurazione. Un omelia Molto bella sul significato del centenario su che cosa sia e perché deve essere momento di festa ed i ringraziamento, e sul significato e l‘origine del titolo del Carmelo, tenuta da don Antonio Gennaro. Nella preghiere dei fedeli poi, si è pregato per i bambini, i giovani, i genitori, gli ammalati, i cariesi emigrati, i cariesi residenti, i defunti e un invocazione particolare alla vergine affinché continui proteggere il suo popolo. Significativo l’offertorio: all’altare i doni Frutti semplici della Terra sono stati portati dalle persone anziane di Caria.

Alla fine della solenne celebrazione, ha avuto inizio la fiaccolata. Due ali di folla con le fiaccole in mano precedevano la statua della madonna del Carmelo che avanzava silenziosamente illuminata dalla luce delle fiaccole i balconi delle case ornati con tovaglie e con la foto della Madonna. Arrivati sul sagrato della chiesa del Carmine: Don Sergio Meligrana ha intonato Le Litanie, mentre Don Antonio Gennaro ha benedetto una Lapide a perenne ricordo del centenario della dedicazione della chiesa. Dopo la benedizione della lapide il momento più commovente: la lettura di una preghiera affinché Maria s.s. del Carmelo continui a proteggere il paese di Caria e benedire i cariesi vicini e lontani: ecco il testo:

Davanti a questa chiesa, che custodisce la tua sacra effige che è il tesoro più prezioso per ogni cariese, eleviamo il nostro canto di ringraziamento a Dio nostro padre per averti donato all’umanità come segno di speranza e di consolazione e ti ringraziamo o Maria per aver portato nel mondo la vera e unica via di salvezza, Gesù Cristo tuo unico figlio. Prima che la tua Sacra Effige rientri in questa chiesa a te dedicata ti chiediamo di stendere la tua protezione o vergine s.s. su questo popolo a te tanto devoto. Guarda benigna o nostra Madre del Carmelo il paese di Caria tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato le gioie e le angosce del momento presente i progetti e le speranze per l’avvenire, non ci venga mai a mancare il tuo aiuto di madre, proteggi le case,le famiglie, e fa che regni in esse sempre la pace e l’amore. Circonda del tuo amore i cariesi qui residenti e gli emigrati che portano impresso nel cuore e nella mente la tua sacra effige. Guarda benigna le anime dei nostri fratelli defunti che in vita furono tuoi devoti e concedigli al più presto la visione beatifica del paradiso. Fa o vergine s.s. che non si estingua mai nelle nuove generazioni la fede e la devozione verso di te, che ci è stata trasmessa dai nostri padri. Resti vivo il senso dell’onestà e della generosità la concordia operosa, l’attenzione ai piccoli, agli anziani ai sofferenti, da questa chiesa irradia o maria la tua protezione su ogni cariese tuo devoto, sii con noi sempre nel pianto e nella gioia in salute e malattia, prendici e cullaci fra le tue braccia come un giorno cullasti il tuo Gesù, tienici per mano, e difendici da ogni pericolo, intercedi per noi presso il trono celeste e guidaci all’incontro con il tuo amato figlio nostro unico salvatore.

Ti salutiamo o Vergine s.s. e guardando al bellissimo volto di questa sacra effige e allo scapolare che tu e il tuo diletto figlio tenete fra le mani, non teniamo alcun male, perché siamo sicuri della tua protezione su questa comunità o vergine s.s. del Monte Carmelo protettrice dei cariesi vicini e lontani prega per noi.

AMEN

 La cerimonia si è poi conclusa con i fuochi pirotecnici e il rientro della statua della Madonna del Carmelo nella sua chiesa. L’attenzione dei cariesi ora è fissata per i tradizionali e solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Carmelo che prenderanno il via l’ultima domenica di Giugno concludendosi poi la prima domenica dopo ferragosto. Grande attesa per il Giorno della Madonna il 16 Luglio, durante la celebrazione eucaristica la sacra effige verrà solennemente incoronata con due corone offerte dal popolo cariese.

IL Comitato Celebrazioni Centenario Chiesa Maria S.S. del Carmelo

Ringrazia per la Collaborazione:

Il Comitato Festeggiamenti in onore di Maria s.s. Del Carmelo Caria Anno 2006

I Giovani del Comitato Sagra da Sujaca - Caria

La Compagnia Teatrale Cariese

Il Coro Parrocchiale della Trasfigurazione

Tutte quelle persone che hanno lavorato e si sono impegnati per la buona riuscita delle Celebrazioni.

L’intera comunità Cariese per la massiccia partecipazione.

Anno Mariano

ricordando l’anno in cui il popolo cariese, dedicò la chiesa a Maria S.S. del Carmelo e ricordando l’arrivo della sacra effige della vergine S.S. a Caria, invito tutti i devoti, a partecipare alle varie celebrazioni che si svolgeranno per tutto il 2006, ricordando con gioia il giorno in cui Dio Padre riempì la chiesa del carmine della sua presenza. Un intero anno il 2006 in cui ogni devoto è invitato a riscoprire la figura di Maria.

Un anno durante il quale siamo invitati a metterci all’ascolto di Maria che come madre amorevole ci assiste e ci protegge, indicandoci il suo unico figlio vera via di salvezza.

In quest’anno Mariano, che la nostra parrocchia ricorda con letizia l’anno della dedicazione della chiesa alla Madonna del Carmelo, si riscopra in ogni famiglia, la preghiera, soprattutto la recita del Santo Rosario, catena d’amore, in modo particolare ogni mercoledì giorno che la chiesa dedica tradizionalmente a Maria del Carmelo.

La nostra comunità si prepara a due grandi celebrazioni: la prima:domenica 14 maggio 2006 nella Chiesa del Carmine, ricorderemo il giorno della dedicazione della chiesa con una solenne concelebrazione eucaristica, che si concluderà con la fiaccolata per le vie principali del paese con la venerata statua della Madonna del Carmelo, in ricordo della processione che nel 1906 accompagnò la sacra effige dalla città di Tropea a Caria, processione a cui prese parte l’intera comunità cariese guidata dal parroco del tempo e da Giuseppe Pugliese fu Michele costruttore della chiesa della Madonna.

La seconda: domenica 16 di luglio solenne festa annuale della Beata Vergine Maria Regina e splendore del Carmelo, durante la celebrazione verrà solennemente incoronata la sacra effige della Vergine S.S.

A queste due grandi celebrazioni sono invitate a partecipare le comunità parrocchiali limitrofe a Caria che nel 1906 hanno contribuito generosamente con la questua portata avanti da Giuseppe Pugliese fu Michele, alla costruzione della chiesa della Madonna del Carmelo:

 “guarda benigna o nostra Madre del Carmelo la nostra comunità a te tanto devota. Tu conosci le vicende tristi e liete del nostro passato le gioie e le angosce del momento presente, le attese e le speranze per l’avvenire, non ci venga mai a mancare il tuo aiuto di madre. Proteggi le nostre case le nostre famiglie e fa che regni sempre in esse la pace e l’amore.

Circonda del tuo amare noi qui residenti e gli emigrati che portano impresso nel cuore e nella mente la tua sacra effige. Guarda benigna le anime dei nostri fratelli defunti che in vita furono tuoi devoti e concedigli al più presto la visione beatifica del cielo. fa o vergine s.s. che non si estingua mai nelle nuove generazioni la grande fede e devozione verso di te, che c’è stata trasmessa dai nostri padri. Resti vivo il senso dell’onestà, e della generosità la concordia operosa, l’attenzione ai piccoli, agli anziani, ai sofferenti. irradia o Maria la tua protezione su ogni tuo devoto, sii con noi sempre, nel pianto e nella gioia, in salute o in malattia prendici e cullaci tra le tue braccia come un giorno cullasti il tuo Gesù, tieni per mano difendici da ogni pericolo, intercedi per noi presso il trono celeste e guidaci all’incontro con il tuo amato figlio Gesù Cristo nostro unico salvatore.

O beatissima vergine del Carmelo, prega per noi.” 

Il Parroco Don Giuseppe Furchì

Caria 8 Dicembre 2005

Solennità dell’Immacolata Concezione.

PROGRAMMA

1 Gennaio 2006 Solennità di Santa Maria Madre di Dio Chiesa Parrocchiale ore 11:15 solenne Celebrazione Eucaristica – Canto del Magnificat apertura del Centenario della Dedicazione della Chiesa a Maria S.S. del Carmelo Ore 17: Chiesa Del Carmine Recita del Santo Rosario Offerta del Cero Votivo .

Tutti i Mercoledì dell’anno Nella Chiesa della Madonna recita del Santo Rosario.

Ogni 16 del mese nella chiesa della Madonna, preghiera Mariana.

Domenica 12 Febbraio Ore 11:15 Chiesa del Carmine Santa Messa. Alla fine della Celebrazione Benedizione della Nuova Campana della Chiesa.

Tutto il Mese di Maggio ogni Domenica Pomeriggio nella Chiesa della Madonna Recita del Santo Rosario.

7 Maggio Chiesa del Carmine inizio settenario in onore di Maria S.S.

10 Maggio Tradizionale Fiera in onore di Maria s.s. del Carmelo. Chiesa del Carmine - Ore 11:00 Solenne Celebrazione Eucaristica segue supplica alla Madonna del Carmelo.

Domenica 14 maggio ore 19:30 nella chiesa della Madonna solenne concelebrazione eucaristica nell’anniversario della dedicazione della chiesa a Maria S.S. del Carmelo Caria 1906-2006, segue fiaccolata per le vie principali del paese con la venerata statua della Madonna del Carmelo in ricordo dell’arrivo a Caria della sacra effige 1906.

31 Maggio Festa della Visitazione della Beata Vergine. Chiesa Parrocchiale conclusione del mese Mariano.

Ultima Domenica di Giugno Solenne Accompagnamento della Statua della Vergine S.S. del Carmelo nella Chiesa Parrocchiale.

7 Luglio Inizio della Sacra Novena in Preparazione alla festa della Madonna, il 15 Luglio vigilia della Festa, solenne Canto dei Vespri.

16 Luglio Solenne Festa annuale della Beata Vergine Maria Regina e Splendore del Monte Carmelo. Concelebrazione Eucaristica durante la celebrazione solenne incoronazione della sacra effige della Madonna del Carmelo.

15 Agosto Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Chiesa Parrocchiale Solenne celebrazione eucaristica.

8 Settembre Festa della Natività della Santa Vergine. Recita del Santo Rosario nella Chiesa della Madonna.

17 Settembre Chiesa del Carmelo Santa Messa in Suffragio di Giuseppe Pugliese fondatore della Chiesa Della Madonna Del Carmelo a Caria , nell’anniversario della morte (Caria 17 settembre 1923)

8 Dicembre Solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Chiesa Parrocchiale Celebrazione Eucaristica.

 1 Gennaio 2007 – Solennità di Santa Maria Madre di Dio.

Solenne Celebrazione Eucaristica –Canto del Magnificata

Conclusione del Centenario della dedicazione della Chiesa a Maria S.S. del Carmelo.

 NOTIZIE STORICHE

- L’ordine Carmelitano e la devozione dello scapolare

- Giuseppe Pugliese fu Michele e la sua storia …

- Caria e la devozione alla Madonna del Carmelo

 

(Notizie tratte dal libro “Maria S.S. del Carmelo Madre e Regina del Popolo Cariese” di Don Giuseppe Furchì - Don Sergio Meligrana- Francesco Pugliese - Stampe Romano Luglio 2004)

 

ORIGINI DEL TITOLO “DEL CARMELO”

Fra la fine 1192 e il 1209, un gruppo di pellegrini in Terra Santa, probabilmente reduci dalla crociata decise di ritirarsi in preghiera eremitica sulla cima del Carmelo, monte della Palestina.. Si chiamarono "Eremiti del Carmelo" (o "Eremiti Latini") e si sistemarono sulla principale via di pellegrinaggio che conduceva da Akko a Cesarea. Abbiamo una testimonianza diretta già all’inizio del XIII sec. in un opuscolo sugli itinerari e pellegrinaggi in Terra Santa: un anonimo pellegrino ci parla di una "molto bella e piccola chiesa di nostra Signora che gli eremiti latini, chiamati "Fratelli del Carmelo" avevano nel WADI 'AIN ES-SIAH. “Carmelo” vuol dire il giardino fiorito di Dio , e come un giardino doveva davvero apparire a chi vi giungeva dopo aver attraversato il deserto, o a chi giungeva in Palestina provenendo dal mare. Il Carmelo è il luogo della vicenda biblica del profeta Elia. La figura di Elia con la sua personalità e le sue gesta riempie la Sacra Montagna del Carmelo. Perché i Carmelitani hanno indirizzato la mente e il cuore a lui? Perché nel Profeta ammesso al colloquio con Dio sull’Oreb ed invitato dallo stesso Dio in mezzo al suo popolo,essi videro il modello ideale di quel propositum che avevano scelto come motivazione della propria vita. Elia è l’uomo del coraggio profetico e dello zelo ardente per la causa del Dio Vivo e Vero. E’ l’uomo del mistero; l’uomo che ha parlato faccia a faccia con Dio. E’ il profeta costantemente aperto alla voce di Dio e sensibile alle esigenze più profonde del popolo. Dio domina tutta la sua vita e la unifica totalmente in modo che il Profeta sta con Dio sia quando sulla montagna gli parla a tu per tu sia quando è attivamente impegnato nella politica e nella questione sociale. Egli sente fortemente la necessità di mantenersi costantemente aperto all’azione di Dio, in contatto continuo con la fonte della Rivelazione. Fu appunto seguendo l’esempio, il carisma di Elia, che questi crociati decisero di ritirarsi sul Carmelo. Ben presto sentirono l’esigenza di una regola e si rivolsero all’allora patriarca di Gerusalemme, S. Alberto Avogadro. Questi redasse una norma di vita fra il 1206 e il 1214. La Regola carmelitana afferma che è fondamentale: "vivere nell'ossequio di Gesù Cristo e servire fedelmente a Lui con cuore puro e con buona coscienza". Per vivere sulle orme di Gesù Cristo i Carmelitani si impegnano più specificamente a: sviluppare la dimensione contemplativa dell'essere umano aprendosi al dialogo con Dio  trattarsi come fratelli, con piena carità · meditare giorno e notte la Parola del Signore · pregare insieme o soli più volte al giorno · celebrare ogni giorno l'eucaristia · lavorare con le proprie mani, come Paolo apostolo · purificarsi da ogni traccia di male · vivere da poveri, mettendo in comune i pochi beni · amare la Chiesa e tutte le genti · conformare la propria volontà con quella di Dio ricercata nella fede con il dialogo e con il discernimento.

Il loro arrivo in Europa risale al 1235, anno in cui due religiosi ottennero il permesso di fondare una casa a Valencienne, in Francia. S. Luigi, re di Francia, domandò nel 1245 al Priore del Monte Carmelo sei religiosi e diede loro una casa vicino a Parigi. Fu allora il momento di richiedere una superiore approvazione della Regola, che i Carmelitani ottennero da Papa Onorio III (30 gennaio 1226), riconfermata da Papa Gregorio IX (1229). Intanto la Terra Santa veniva progressivamente rioccupata dai Musulmani e l’esodo dei Carmelitani verso l’Europa, i loro paesi d’origine, fu quasi totale. Qui dovettero adattarsi a nuove condizioni di vita; si riavvicinarono alle città, si profilò una certa vita comunitaria. Si rivolgono questa volta al Papa Innocenzo IV, per adattare la Regola alla nuova situazione culturale e sociale: da eremita, e l’Ordine si trasforma in mendicante, sull’esempio dei Francescani e Domenicani, passando così dall’eremo al convento. Il primo ottobre 1247, Papa Innocenzo IV pubblicò la Regola Modificata dei Carmelitani. L’architettura primitiva subisce qualche ritocco importante, ma resta la "ispirazione primitiva". Il passaggio in Occidente non fu affatto facile per l’Ordine: il gruppetto di questi eremiti transfughi dalla Terra santa, poi trasformatisi in frati, fu visto all’inizio con una certa diffidenza. Non abbiamo qui la possibilità né il tempo di riassumere le tante traversie, basti dire che l’Ordine rischiò in diversi momenti di essere soppresso dall’autorità ecclesiastica. Questo però non avvenne grazie soprattutto alla grandissima diffusione che la spiritualità carmelitana ebbe ben presto soprattutto fra i laici.

L’Ordine dei Padri Carmelitani, ha vissuto la sequela di Cristo ispirandosi alla Vergine Santissima. Ha dedicato ad essa la prima cappella meritando il titolo dell'Ordine dei "fratelli della Madonna del Monte Carmelo".

La nuvoletta vista sul Monte Carmelo "come mano d'uomo" che indicava al Profeta Elia la fine della siccità ( cfr 1 Re), è stata sempre vista come il segno di Maria che avrebbe donato al mondo la Grazia, cioè Gesù; Maria Madre e Regina, continua ad essere il modello di quella preghiera contemplativa che rapì Elia, dopo avere ascoltato quel "suono di un sottile silenzio" ( 1 Re), sull'Oreb. Maria è pure considerata la stella del mare che conduce a Gesù. Ma l'attenzione a Maria non è rimasta chiusa nei chiostri dei conventi Carmelitani. L'espandersi dell'Ordine nel mondo ha fatto in modo che moltissime persone consacrassero la loro vita a Maria. Questa consacrazione o affidamento, come oggi si dice, viene realizzato attraverso un segno, lo scapolare, che rappresenta il manto di Maria sotto la cui protezione i fedeli vogliono vivere. Scapolare viene da «scapola» e indica quell'indumento che presso molti istituti di monaci o frati nel Medio Evo ricopriva sia il petto che le spalle, serviva generalmente per i tempi di lavoro, così da proteggere l'abito e non insudiciarlo. L'abito aveva però un significato soprattutto simbolico, significava il «giogo dolce» di Cristo (Mt 11, 29), così che abbandonare l'abito voleva dire sconfessare la disciplina monastica abbracciata, abdicare al servizio di Dio, mancare di fedeltà agli impegni assunti. Nell'ordine carmelitano

- per le caratteristiche proprie di quest'ordine – lo scapolare assunse ben presto un significato Mariano.

A conferma di questo, la tradizione narra che, il 16 Luglio 1251, la Vergine apparve al generale dell'ordine san Simone Stock. San Simone supplicava spesso la Madonna di proteggere con qualche privilegio i frati che portavano il suo nome. Ogni giorno recitava devotamente questa preghiera: «Fiore del Carmelo, vite feconda, splendore del cielo, Vergine pura, singolare; Madre fiorente, d'intatto onore, sempre clemente, dona un favore, Stella del Mare». IL 16 Luglio mentre ripeteva questa preghiera con grande fervore, la beata Vergine gli apparve accompagnata da una moltitudine di angeli, tenendo in mano lo scapolare dell'ordine e gli disse: «Questo è il privilegio che io concedo a te e a tutti i carmelitani: chiunque morirà con questo scapolare non patirà il fuoco eterno».La visione fu confermata diversi anni più tardi – nel 1322 – addirittura dal Papa, Giovanni XXII. Raccontò di aver avuto una visione in cui la Vergine del Carmelo prometteva la salvezza dal Purgatorio il sabato successivo alla morte per chiunque avesse indossato piamente in vita il Santo Scapolare. Come per tutte le apparizioni della Madonna, noi non possiamo avere un certificato di autenticità. Una cosa è certa: i carmelitani nel 1251 stavano per essere soppressi, e nel giro di appena 70 anni le province in Occidente passarono da una a 125; si aprirono studentati, seminari, missioni e soprattutto moltissimi laici bussarono alla porta del Carmelo per condividerne il carisma. Dietro tutto questo scorgiamo la mano materna della Vergine. Fin dal secolo XV la tradizione di questo dono-miracolo si legò al cosiddetto «privilegio sabatino», secondo cui la Madonna avrebbe promesso di preservare i suoi devoti, vestiti dello scapolare, dalle fiamme dell'inferno, e di liberarle da quelle del purgatorio, il primo sabato dopo la morte La Chiesa, ha riconosciuto e apprezzato questo segno attraverso la vita di tanti Santi e di molti Sommi Pontefici che l'hanno raccomandato e portato.

In seguito, adattandosi al costume dei tempi, l'abito della beata vergine Maria, fu ridotto nelle dimensioni e divenne un "abitino" , formato da due piccoli pezzi della stessa stoffa dell'abito Carmelitano, uniti da fettucce che permettono di portarlo appoggiato sul petto e dietro le spalle. Più tardi il papa Pio X, per venire incontro alle esigenze moderne, concesse di sostituire quest'abitino con una medaglia recante da una parte l'immagine di Gesù e dall'altra quella della Madonna.

Insieme alla Corona del Rosario, il S. Scapolare ha acquistato nel mondo un forte segno Mariano di protezione da parte di Maria, che ci porta a Gesù, e di impegno da parte nostra di lasciarci guidare da lei, cioè di volere, almeno nel desiderio, vivere come Maria e con Maria, "rivestiti" di Gesù.

CONDIZIONI VOLUTE DALLA MADONNA PER OTTENERE IL PRIVILEGIO SABATINO

- Portare giorno e notte indosso l'Abitino, come per la prima Grande promessa.

- Osservare la castità secondo il proprio stato.

- Recitare ogni giorno le ore canoniche (cioè l'ufficio Divino o il Piccolo Ufficio della Madonna;chi non sa recitare queste preghiere, deve osservare i digiuni della Santa Chiesa, se non è dispensato per legittima causa, ed astenersi dalle carni, nel mercoledì e sabato per la Madonna e nel Venerdì per Gesù, eccetto il giorno del S. Natale e il 16 di Luglio).

- La S Chiesa, per venire incontro ai fedeli, dà al sacerdote, che impone l'Abitino, la facoltà di commutare la recita delle ore canoniche e l'astinenza del mercoledì e del sabato in alcune facili preghiere a piacimento del sacerdote stesso. (Tutte queste pratiche, generalmente vengono commutate nella recita quotidiana del Santo Rosario oppure di sette Pater, Ave, Gloria e nell'astinenza dalla carne il mercoledì in onore della Madonna del Carmelo)

- E’ da precisare che chi non osserva queste regole non usufruirà del Privilegio Sabatino, privilegio che si ottiene osservando le condizioni volute dalla Stessa Vergine Maria nella sua Apparizione a Papa

Giovanni XXII nel 1322.

SIGNIFICATO

Il significato dello scapolare si compendia dunque attorno a questi punti:

1. È segno e pegno. Segno di appartenenza a Maria, pegno della sua materna protezione, non solo in vita, ma anche dopo la morte.

2. Comporta l'aggregazione alla famiglia dei «fratelli della beata vergine Maria».

3. Con lo scapolare Maria stessa consacra il proprio figlio, vestendolo e segnandolo in modo speciale come appartenente a lei. «Donna, ecco il tuo figlio!» (Gv 19, 26).

4. Il devoto con lo scapolare, «consegna sé stesso» a Maria. e si impegna a vivere il suo servizio al Signore Gesù, attraverso l'intimità familiare con Maria.

 Norme pratiche

Ogni sacerdote può imporre lo scapolare, benedicendolo con un segno di croce.

Il primo abitino deve essere di stoffa, benedetto e imposto da un sacerdote. Quando lo si deve sostituire, non è più necessaria un'altra benedizione: basta procurarsi un altro scapolare e indossarlo. Andando incontro alle esigenze della vita moderna, il papa san Pio X concesse di sostituire lo scapolare con una medaglia che abbia da un lato l'immagine del sacro Cuore e dall'altra quella della Madonna. Per la sua origine e il suo significato è preferibile usare lo scapolare. In concreto è consigliabile di usare la medaglia di giorno e indossare lo scapolare nel tempo di riposo. Ritrovare ogni sera lo scapolare accanto al letto e compiere il gesto di indossarlo richiama alla mente la consacrazione a Maria e rinnova la fiducia in lei. Ai devoti dello scapolare è raccomandata in modo speciale la recita del rosario, come colloquio giornaliero con la propria Signora e Sorella e come incontro d'amore con lei nella preghiera ,la preghiera in modo particolare ogni mercoledì giorno dedicato a Maria del Carmelo e di celebrare devotamente la Grande Festa annuale del 16 luglio. A Fatima le apparizioni si conclusero con la visione della Madonna del Carmelo. Lucia, fattasi poi carmelitana scalza, disse che nel messaggio della Madonna «il rosario e lo scapolare sono inseparabili».

LE INDULGENZE DEL CARMELO

"L'indulgenza è la remissione, dinnanzi a Dio, della pena temporale dovuta per il peccato, già rimesso quanto alla colpa, che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa"

L'indulgenza plenaria per la Solennità della Madonna del Carmelo (16 luglio ) si acquista visitando una chiesa dedicata alla Vergine del Carmelo, dal mezzogiorno della vigilia, alla mezzanotte della festa, adempiendo queste condizioni: · Confessione sacramentale

· Comunione Eucaristica

· Preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre  · Recita del Pater Noster e del Credo  Le indulgenze, sono applicabili per se stessi o per i defunti, a modo di suffragio.

(La Chiesa della Madonna del Carmelo a Caria Rimane aperta alla visita dei fedeli dalla Mattina del  15 Luglio ,vigilia della festa, fino alla mezzanotte del 16 Luglio)

GIUSEPPE PUGLIESE E LA SUA STORIA

CARIA E LA DEVOZIONE ALLA MADONNA DEL CARMELO

Caria sorge su un ameno altopiano della provincia di Vibo Valentia, la cosiddetta piana s. Maria, alle pendici del monte Poro, questo è un massiccio dell’Appennino calabrese, formante una notevole sporgenza che delimita a nord il golfo di s. Eufemia ed a sud quello di Gioia Tauro; ad est è separato dalle serre catanzaresi dalla valle del Mesima. La vetta più significativa di questo massiccio è l’omonimo monte Poro (710 m s.l.m.) Alle cui pendici sorge il paese di Caria.

Il paese di Caria è quindi localizzato ad un’altitudine di circa 435 m s.l.m. E per tal motivo è aperto a tutti i venti rendendosi, per la stagione estiva, luogo di villeggiatura delizioso. La sua posizione gli permette di godere dei vantaggi del mare e dei monti beneficiando di un clima fresco, ma nel frattempo, pieno di luce e di sole.

Risalire alle origini del paese di Caria è impresa molto difficile giacché le notizie sono poche e frammentarie. Unica fonte attendibile ed utile a questo scopo possono essere soltanto lavori degli studiosi più attenti nonché i vari documenti conservati nell’archivio della parrocchia.

L’origine del nome Caria è dubbia, e gli studiosi ne hanno dato spiegazioni varie. Per alcuni il nome deriva dalla valle vicina (Caria a valle dicta), per altri deriverebbe dal greco xarieis (che significa grazioso); per altri ancora dal greco karua (noce).

Per quel che riguarda gli abitanti di Caria, è da ritenersi che questi fossero scesi a valle dalla vicina località di Spilinga.

La parrocchia di Caria fa parte della diocesi di Mileto – Nicotera - Tropea, l’anno in cui fu elevata a parrocchia non si conosce. Si trova annotato solo nella monografia della diocesi di Tropea e Nicotera di Mons. Taccone Gallucci a pagina 94 “FORANIA DI DRAPIA con la Parrocchia della Beata Vergine Immacolta in Drapia, di S. Pietro Apostolo in Brattiro’ della Trasfigurazione di Nostro Signore Gesu’ Cristo in Caria, di San Acindino Martire in Gasponi .La chiesa parrocchiale è dedicata alla Trasfigurazione di Nostro Signore Gesù Cristo. La data di inizio dei lavori di costruzione è imprecisata (si pensa intorno al 1600) fu completata nel 1893. La chiesa oll’origine si presentava con la volta ricca di decorazioni e affreschi. A guastare le meravigliose opere d’arte ci penso’ il terribile terremoto dell’8 settembre1905 che danneggiò gravemente il tempio,infine il terremoto del 1908 ridusse la volta del tempio tutta affrescata ad un cumulo di macerie. Con grande impegno e sacrificio negli anni successivi il popolo cariese riuscì a ricostruire il tempio e stavolta con sistema antisismico. Oggi la chiesa si presenta con uno stile barocco semplice; molto bello l’altare, ricoperto interamente di marmi policromi su cui campeggia la scena del Tabor, copia ottocentesca della Trasfigurazione di Raffaello che si trova in san Pietro; di grande valore il ciborio marmoreo appartenuto alla chiesa del monastero di san Sergio(in Drapia), distrutto dal terremoto del 1783, ornato da una porticina in argento; di notevole bellezza e valore la tela dell’Ultima Cena, probabilmente della scuola del Grimaldi, la tela della sacra Famiglia e la tela della Madonna del Carmelo. Grande è la devozione della comunità cariese verso la Madre di Dio. In chiesa sono presenti le statue dell’Immacolata, del Cuore di Maria, della vergine Ausilatrice, della Madonna del Rosario, dell’Addolorata, e un grande quadro della Madonna del Carmelo e delle anime del Purgatorio. L’amore verso la Madonna si può capire anche dai nomi femminili più ricorrenti: Mariarosaria, Rosaria, Maria, Mariagrazia, Carmela/o, Maria Carmen, Mariarosa. Anche le località che circondano il paese portano il nome della Madonna: piana s. Maria, s. Maria del cardillo, Romania , madonneja (madonnina).

In questo grazioso paese della provincia di Vibo Valentia si festeggia solennemente il 14-15-16 luglio di ogni anno la vergine Maria del monte Carmelo che viene venerata da diverse generazione nel suo piccolo santuario costruito da un povero manovale cariese Giuseppe Pugliese (nato a Caria nel 1860) come voto per essere scampato ad una terribile mareggiata mentre ritornava dalle americhe. Come mostra la tela del soffitto della chiesa dipinta da Ignazio Sambiase.

Era l’anno 1894, Giuseppe Pugliese ritornava dall’America dove era andato in cerca di lavoro. Quando la nave su cui si trovava fu sorpresa da una tempesta e corse il pericolo di affondare Il Pugliese, con tutti i suoi paesani si raccomandò alla Madonna del Carmine facendo voto di erigere un’edicola in onore della Vergine se, scampato al naufragio, fosse arrivato a Caria.

La grazia l’ottenne e giunto sano e salvo, adempì il voto. Si mise all’opera e riuscì ad edificare, con l’aiuto di fedeli, non un’edicola ma una piccola cappella tale da potervi celebrare la s.Messa.

Ordinò a Pietro Chiapparo di Tropea, un quadro della Madonna del Carmine, che fece da pala d’altare, e con grande impegno e soddisfazione riuscì a far celebrare la s. Messa con panegirico e piccola festa esterna il 16 luglio 1897. E non si fermò qui; vedendo che i cittadini di Caria, Brattirò e dintorni corrispondevano generosamente alla questua, pensò di edificare una chiesa più grande, e di fare di quella piccola una sacrestia.

Inoltre acquistò con molti sacrifici un terreno, proprio di fronte alla chiesa, per la comodità della chiesetta stessa (venduto nell’anno 2000 dalla curia di Mileto, non senza il rammarico e il disappunto di tutta la comunità cariese).

Però, come avviene in tutte le opere di Dio, dovette superare molti contrasti. Per primo il parroco del paese, che per troppo zelo e prudenza, vedeva l’opera effimera e senza durata, non solo perché non avrebbe potuto avere una rendita sufficiente a mantenere gli oneri di culto, ma essendo l’edificio allora in aperta campagna, il parroco, temeva che si sarebbe ridotta a ritrovo di giovinastri, e soprattutto, temeva per i fedeli, che di sera al termine dei lavori nei campi vi si sarebbero recati per recitare le consuete preghiere alla Vergine, poiché le strade non erano illuminate.

Nonostante tutto l’opera andò avanti grazie all’aiuto di don Antonio Pugliese, originario di Caria, allora parroco di Coccorino, che gli diede il suolo su cui edificare. Lo favorì anche la curia vescovile di Tropea, alla quale il Pugliese si rivolse con instancabile insistenza e dove trovò un valido sostegno nel canonico arcidiacono Gaetano Barone.

Dovette anche vincere le forze della natura; si trovava con la fabbrica della nuova chiesa quasi al completo, quando sopravvenne il disastroso terremoto dell’otto settembre 1905 che spaccò tutte le mura.

Tutte le sue fatiche sembravano andate a monte, senza più una lira, e forse con qualche debito; ma lo scoraggiamento – pensò - non viene da Dio e invocando ancora l’aiuto della Vergine santissima del Carmelo si rianimò e tornò alla questua. Le offerte vennero più abbondanti, poté riparare i danni provocati dal terremoto e continuare i lavori fino all’intonaco, chiamando da Seminara il bravo decoratore Francesco Gangemi. Due campane, campanello in bronzo, armonium, arredi sacri al completo, calice dorato, patena, messale, leggio e libretto elegante per l’imposizione dello scapolare, due parati di candelieri d’ottone, doppio parato di carte gloria, molte tovaglie in lino, ampolline con piattino e porta ampolline completavano l’arredo. Infine ordinò da Napoli la statua della Madonna del Carmelo chiedendo di portare a Caria la più bella che avessero, altrimenti l’avrebbe rimandata indietro. La statua della Vergine arrivò alla stazione di Tropea, e il popolo cariese in solenne processione con a capo il parroco del tempo e naturalmente Giuseppe Pugliese si incamminarono a piedi verso Tropea.

Giunti alla stazione, la statua venne portata giù dal treno davanti a tutto il popolo cariese e venne posta su un carro. Il Pugliese appena vide il volto della statua buttatosi ai suoi piedi incominciò a piangere per la felicità come un bambino.

La statua della Vergine, venne portata a Caria processionalmente e collocata al centro dell’altare della chiesa a lei intitolata, dove si trova tuttora.

Il Pugliese poté inaugurare la chiesa della sua Madonna - così la chiamava quando parlava con qualcuno - con solenni festeggiamenti, anche esterni, nel 1906. Con il passare del tempo la chiesa non riuscì più a contenere i numerosi fedeli che accorrevano per i festeggiamenti del mese di luglio, così si ritenne opportuno trasferirli nella chiesa parrocchiale dove tuttora si celebrano. Una grande soddisfazione per il Pugliese vedere sempre più crescere la devozione verso la Vergine del Carmelo. Per incrementare ancora di più la devozione alla Madonna, chiese ed ottenne una fiera, e per non fare un doppione con quella del 14 luglio di Monteporo  la fissò per il 10 maggio, mese consacrato alla Vergine, il 10 maggio fu da allora dedicato alla vergine del Carmelo.

In quel giorno il popolo cariese invocava la protezione di Maria sul paese. Ogni anno personalmente curava i preparativi religiosi ed esterni del 14-15-16-luglio. L’ultima festa che organizzò fu quella del 1923. Quell’anno la festa religiosa e civile fu interrotta (dal podestà del comune per questioni politiche) con grande dolore del Pugliese e della comunità cariese; questo fu un dolore grandissimo che contribuì alla sua morte avvenuta pochi mesi dopo all’età di 63 anni. Sicuramente il suo corpo meritava in seguito di essere sotterrato nella chiesa della sua Madonna, ma fu tumulato nel cimitero comunale e, spostato più volte, se ne persero le tracce.

La FESTA:A Giuseppe Pugliese i deve l’introduzione della devozione e della festa alla Madonna del Carmelo a Caria, grandissima è la devozione del popolo cariese verso la Madonna del Carmelo che è l’onore e il vanto di questo paese.

Il cuore di Caria batte con i solenni festeggiamenti religiosi e civili del 14-15-16-luglio. La fiera in onore della madonna del Carmelo si svolge tutt’ora a Caria il 10 di maggio di ogni anno. Fu voluta chiesta e ottenuta dal fondatore stesso della chiesa del Carmelo Giuseppe Pugliese, per accrescere la devozione alla Madonna del Carmelo. Da sempre la fiera si svolge sulla via provinciale, partendo dalla chiesa della Madonna e arrivando fino al centro del paese.

Anticamente era una ricca fiera di bestiame oggi è un grande mercato dove si può trovare di tutto.

Il 10 maggio la chiesa della Madonna del Carmelo è in festa. Alle 11.00 il popolo cariese si raduna ai piedi dell’altare della cara Madonna del Carmelo per partecipare alla solenne celebrazione eucaristica alla fine della quale viene recitata dal sacerdote la supplica alla Madonna del Carmelo. Il 10 maggio a Caria è il preludio dei solenni festeggiamenti del 14-15-16-luglio.

Con grandi festeggiamenti religiosi e civili, Caria ringrazia la santa Vergine per la sua materna protezione. La festa incomincia l’ultima domenica di giugno con una Solenne processione che accompagna la statua della Vergine dalla chiesa del Carmine, fino alla chiesa parrocchiale dove si celebrerà a partire dal 7 di luglio la sacra novena . Grande la partecipazione dei fedeli che nel guardare il volto di quell’immagine che ha visto ai suoi piedi generazioni di cariesi, offrono gioie e dolori, preghiere e ringraziamenti. La sera del 15 il canto dei vespri dà inizio alla solenne festa in onore della Vergine Maria regina e splendore del monte Carmelo. La mattina del 16 luglio il suono a festa delle campane della chiesa del Carmine, accompagnato dai fuochi mattutini, annuncia che il giorno più bello per il paese di Caria sta per cominciare.  Alle 11-00 ha inizio nella chiesa parrocchiale la solenne celebrazione eucaristica con panegirico ; la festa raggiunge il suo culmine con la processione per le vie del paese.

Alle 19-00 in punto, al suono delle campane, la bellissima statua della Madonna del Carmelo varca la soglia della chiesa, accolta da una pioggia di fiori colorati, dall’applauso dei numerosi fedeli, e dalle lacrime di coloro che hanno chiesto qualche grazia particolare che Maria non ha mai negato a nessuno dei suoi figli. Il saluto musicale del complesso bandistico e lo spettacolo pirotecnico danno il via alla processione per le vie del paese. Una marea di gente accompagna devotamente la venerata effigie che,avanzando lungo le vie, benedice le case e le famiglie cariesi a lei consacrate, sostando davanti a qualche casa da dove si affaccia un ammalato che non ha potuto partecipare alla processione.

Finita la processione la Madonna viene riportata in chiesa, salutata dal canto delle litanie Lauretane, e viene posta al lato dell’altare dove ogni devoto si avvicina per salutarla di nuovo recitando qualche preghiera e baciandola devotamente.

La festa della Madonna del Carmelo è una festa molto sentita dai Cariesi residenti, ma ancora più sentita dai numerosi Cariesi sparsi per il mondo che non possono partecipare alla festa della loro Madonna perché fisicamente lontani, ma che col cuore e con la mente il 16 di luglio si trovano a Caria ai piedi della Madonna del Carmelo.  Grandi anche i festeggiamenti civili: concerti, giochi, tornei, spettacoli pirotecnici, luminarie; tutto contribuisce ad onorare la Vergine Maria; la devozione si intreccia al folklore per dare origine ad una festa che è nel cuore di tutti i Cariesi.

La statua della Madonna dopo i festeggiamenti rimarrà ancora nella chiesa parrocchiale per far sì che i numerosi emigrati che ritornano a Caria durante il mese d’agosto, possano recare un saluto alla Vergine Maria. La domenica immediatamente successiva alla solennità dell’Assunzione, la Madonna, in solenne processione verrà riaccompagnata nella sua chiesa questa giornata viene festeggiata solennemente proprio come il 16 di luglio alla processione, partecipano numerosi emigrati cariesi che si trovano per le vacanze estive in paese, molti di essi fanno coincidere le loro ferie a Caria con il giorno in cui si riporta la madonna nella sua chiesa proprio per assistere alla  processione .La prima domenica dopo ferragosto Caria celebra la festa dell’emigrante che si conclude appunto con l’accompagnamento della statua della Madonna del Carmelo nella sua chiesa. La chiesa del Carmine racchiude il tesoro più grande per ogni cariese, la statua della Madonna del Carmelo che è l’onore e il vanto dell’intero paese, a lei si ricorre in qualunque momento della vita, nelle gioie e nei dolori, quando si emigra, in punto di morte e nella malattia, e lei come la più tenera delle madri presta ascolto ad ogni invocazione dei suoi figli. Sulle labbra di ogni Cariese nei momenti della prova si sentirà “Madonna di lu Carminu aiutami tu” (Maria del Carmelo aiutami tu). Quella che poi costituisce la caratteristica della devozione alla Madonna del Carmelo a Caria, è la Madonna pellegrina  che gira tuttora di famiglia in famiglia, tutti i giorni dell’anno. Tale devozione fu istituita dal venerabile padre Michele Di Netta, denominato per suo grande zelo, l’apostolo delle Calabrie, morto a Tropea nel 1849 e ivi sepolto nella chiesa del Gesù.

Il giorno auspicato, in cui arrivava la Pellegrina in casa, era una giornata particolarmente gioiosa. Si preparava,nella parte più in vista della casa, un altarino con panneggi, fiori e lampade ad olio. La sera si invitavano i vicini e si cantava da tutti, bambini compresi, il S. Rosario. Alla fine delle Ave Maria si aggiungeva l’invocazione:

“O Maria carmelitana/ che sei madre singolare/ deh sia a noi lo scapolare/ gran tesoro, tua collana/ o Maria carmelitana”.

Si terminava il rosario con il canto di una canzoncina dialettale e con la distribuzione di dolci fatti in casa a devozione della Madonna del Carmelo

Questa foto è stata scattata il 16 luglio 2004, sul lato sinistro della stessa con la mano quasi ad accarezzare la statua della Madonna, c’è Rusaria Ruffa, da tutti conosciuta come Cummari Rusaria.

Rosaria dopo la morte dei suoi figli, Rocco morto in età adolescenziale a Tropea a causa dello scoppio di un residuo bellico e Mariarosa morta dopo pochi mesi di vita e dopo la morte del marito ha dedicato tutta la sua vita alla parrocchia di Caria.

Ha lavorato continuamente nella chiesa parrocchiale, con duri sacrifici ha contribuito anche economicamente allo sviluppo del tempio. Devotissima di Gesù e di Maria S.S. del Carmelo passava intera nottate soprattutto nelle vigilie delle solennità Natale, Pasqua, Madonna del Carmelo, nella sacrestia a pregare, a preparare, paramenti e tutto ciò che occorreva per le celebrazioni solenni.

Vedova, senza figli, e senza parente alcuno fu amata e benvoluta da tutta la comunità cariese.

Si è spenta il 17 giugno 2005, al suo funerale che si è svolto in solennità, c’era l’intero paese, per ringraziarla di tutto il suo lavoro.

La foto è stata scattata il 16 luglio 2004 prima della processione in onore della Madonna del Carmelo di cui Rosaria era una grandissima devota una anno prima della sua morte. A questa statua Rosaria (come sempre raccontava) elevava lo sguardo e la preghiera pregando di continuo affinché la Madonna si prendesse cura dei suoi amati figli. Con la statua della Vergine del Carmelo "dialogava" come se avesse davanti agli occhi non una statua di gesso ma una persona in carne ed ossa.

Rosaria ci teneva molto al decoro della statua soprattutto nel periodo dei festeggiamenti del mese di luglio; curava il tutto dai drappi bianchissimi che lei stessa cuciva e che lavava e stirava, ai fiori sempre freschi da lei coltivati proprio per la festa del 16 di luglio, all'ordine e alla pulizia in ogni angolo della chiesa.

Molte volte cummari Rusaria guardando il volto di questa statua si metteva a piangere, perché diceva:

Sta Madonna è di gissu ed è bellissima, figuramundi com'è bella 'nto cielo in carni ed ossa

(questa Madonna è di gesso, ed è  bellissima, figuriamoci com'è bella in cielo in carne ed ossa).

Esempio di umiltà, semplicità, dono gratuito, umile operaia nella vigna del signore fu forte esempio di vita cristiana.

 Ecco il saluto che la comunità cariese ha recitato nel giorno dei suoi funerali:

eccoti ancora una volta in questa chiesa, ai piedi di questa altare dal quale risplende in una luce sfolgorante il volto trasfigurato di Cristo Salvatore, verso il quale tu hai elevato lo sguardo e le preghiere in ogni momento della tua vita.

In questa chiesa e in questa parrocchia in cui tu hai impegnato l'esistenza oggi ti diamo l'estremo saluto. Siamo certi che per la tua fede in Gesù cristo e nella sua S.S. Madre, per la tua fedeltà e il tuo servizio nella vigna del signore, Dio Padre ti ricompenserà di tutte le tue fatiche e oggi dopo un'intera vita ti concederà l'incontro con i tuoi amati figli che ha chiamato a se in giovane età. Tutti noi grati per tutto quello che hai fatto in questa chiesa e per la nostra parrocchia t'accompagniamo con le nostre preghiere, affidandoti alla beata Vergine Maria regina e splendore del Carmelo, verso cui tu nutrivi una grandissima devozione, sicuri che la Vergine S.S. prendendoti per mano ti guiderà e intercederà presso il trono celeste affinché Dio Padre t'accolga nel suo regno di pace e d'amore. 

Grazie Cummari Rusaria                        Caria 17giugno  2005

 

Esterno della Chiesa della Madonna del Carmine a Caria

Processione e Prima Comunione il giorno della Festa alla Madonna del Carmine.

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